Anche qui c'è un condominio  
      lettera di Adriana Nannicini  
        
        
       
        miei cari, mie care 
         
        dunque anche qui c'è un condominio   . 
         
        abito nel quartiere centrale chiamato Polana. Polana era mi pare   titolo onorifico o nome di un re di questi luoghi. oggi è anche il nome di un   meraviglioso sontuoso albergo stile primi novecento direttamente sull'oceano. e   di uno shopping center situato in una specie di grattacielo  azzurro alle mie   spalle, 
        la  mia strada corre parallela ad altre due, due avenide   importanti..poi ci si affaccia sull'oceano 
        chiaro? forse no 
         
        in fondo alla   mia via c'è un segnale di interruzione vigilato da alcuni poliziotti: inizia il   territorio della Residenza del Presidente. 
        la mattina salgo ( lieve   lievissima salita, giusto per dirlo) verso le fermate dei taxi..fino a stamani   non avevo auto di servizio..e qui i mezzi pubblici sono pieni, pigiati piccoli   bus, su cui non si consiglia di salire con cell+ computer+ soldi del progetto   nella borsa. così salgo alla fermata  dei taxi . due blocchi, o due isolati più   su. una strada che faccio volentieri sotto l'ombra delle acacie dai fiori rossi,   e facendo attenzione a scansare i rami ritorti fino a terra di alcuni alberi di   cui non so ancora il nome. 
         
        i marciapiedi sono sconnessi, gentile eufemismo.   mi sono abituata a evitare qualche buco di qua e di la . 
        ad ogni incrocio di   strada, in inglese corner, in portoghese esquina, c'è un posto   vendita di frutti e di qualche verdura: una cabina di latta, il lato rivolto   alla strada aperto, gli altri dipinti di giallo e verde ( il colore della   compagnia statale dei cellulari) dentro quasi sempre una donna vende  manghi,   papaie, banane avocadi e poi patate, lime, prezzemolo, pomodori, melanzane e   verdure a foglia larga e verde  ottime per le zuppe serali, di cui non conosco   il nome, solo il sapore. spesso lei è sorridente, i capelli stretti i vari stili   di trecce le formano un ovale perfetto- quale che sia la sua età- gli scaffali   di frutta alle spalle le incorniciano la figura , tutta incastonata in questa   che pare un'edicola profana. 
         
        ormai ci salutiamo, ogni mattina e la   sera io chiedo suggerimenti di cucina, poi si chiacchiera, non so come riesco a   farle ridere di me...con una grane benevola complicità intanto ridono di me con   me. 
        ad ogni cancello , di villa o edificio che sia sta seduto un signore: il   guardiano. che fanno? vari piccoli servizi per gli abitanti ufficialmente   guadano dai ladri, che sono tanti 
        i saluti valgono anche con loro. così la   mattina mi sveglio mentre camminando saluto un sacco di gente. 
         
        di fronte   a casa mia c'è un villa stupenda, una delle più belle e ammirate della città: in   rovina totale, alberi e vegetazione di tutti i tipi: gli abitanti sono ragazze e   ragazzi di malaffare. ladroes. 
        la villa è occupata. 
         
        nessun timore:   all'angolo c'è la stazione di polizia. e poi non si ruba ai vicini come è   noto. 
        ai  vicini si può invece rompere i timpani ogni notte , soprattutto   quelle calde in cui loro non hanno voglia di dormire, stesi sulle stuoie nella   polvere. così bevono, litigano, si azzuffano, e se va bene cantano. meglio tra   mezzanotte e le tre. 
        alle quattro i guardiano cominciano a spazzare la   strada, a chiedere notizie. 
        le finestre di casa sono tutte aperte perchè   circoli l'aria 
        e l'aria circola e anzi c'è anche vento, così mi tiro su la   trapunta, sotto la zanzariera. 
        prima di mezzanotte era passato il carro della   spazzatura, gran risate e commenti anche lì. 
        sembra la napoli dei racconti di   una volta. 
         
        abito al secondo piano di un piccolo edificio, detto   predio. 
        bianco di tre piani. al piano terra c 'è un piccolo giardino, lì   abitano i miei vicini più gentili, quelli che mi hanno accolta nel   vicinato. 
         
        la sera quando torno li trovo spesso seduti i giardino, lui e   lei oppure dietro nel cortile, e si chiacchiera: di politica, di genealogie   familiari ( tra india e africa) di genealogie religiose ( nonno hindu, nonna   cristiana= padre musulmano. that's a life , baby!!) di stili e compiti educativi   verso figli e nipoti..di come le imprese stanno andando a rotoli, di quale posto   avrebbe l'iniziativa e responsabilità individuale nel fare bene le cose.. .   insomma della vita. con una differenza importante : qui c'è stata fame, e   attacchi militari, e mancanza di cibo e acqua e medicine...in queste persone non   c'è rancore, nè rabbia, solo tante domande., 
         
        naturalmente, memore di via   ponti a milano dopo un paio di giorni, essendo io l'ultima arrivata, mi sono   presentata con una piccola pianta tra le braccia in dono. del tutto inutile nel   loro giardino..ma non avevo in mente niente di meglio. il giorno dopo era l'Aid,   i miei vicini ho capito sono musulmani, lei , una signora sorridente ai motti di   spirito del marito, che spesso si concentrano su di lei , mi ha fatto avere un   vassoio di fette di torte: tante diverse e variate, e la storia di come la   figlia più piccola si sia mantenuta all'università facendo dolci. ricette della   mamma, studi della figlia. 
         
        credo di sentirmi come una adottata. 
         
        al   primo piano invece abita un docente californiano della scuola americana: biondo   rosso, pallido, antibush fino all'eccesso, elettore di nader. e poi naturalmente   anche lettore di cose indu etc. californiano insomma. con un gatto rosso come   lui. 
        non parla portoghese, insegna in inglese economia alla scuola americana.   scrive poesie . non conosce la città. 
        ci vediamo spesso al caffè, ognuno con   il suo computer. ci facciamo domande sul pagamento dell'acqua. e sui corti   circuiti. 
        ci scambiamo anche dvd, o meglio mi ha chiesto in prestito "gran   torino" è di gusti molto selettivi. io no, compro quasi tutto, anche le commedie   leziose che in italia non vedrei mai. 
        abbiamo in programma una passeggiata da   capodanno. lui è sempre stanco. 
         
        io anche sono stanca, ma capita che mi   senta una ragazzina in viaggio e così, contro ogni prudenza giro la città a   piedi, solo le chiavi, la fotocopia del pass, "mille lire" in tasca e il cell   infilato nel reggiseno. 
        non mi è ancora successo niente. a parte qualche   ubriaco, ma quello non conta. 
         
        le strade intorno a casa mia sono quelle   del centro: il miglior macellaio della città ( ci sono stata un'unica volta) il   piccolo supermercato di un signore musulmano, quindi non trovo birra da lui, ma   mi indica volentieri il mercato , due vie più in là, dove si vende ogni tipo di   alcool. da lui invece ho trovato anche la nutella. 
         
        la mattina qualcuno   passa per la via e vende i giornali, ma io sto troppo in alto per approfittarne,   li compro dopo da un ragazzo che è il mio fornitore, mi viene incontro e mi   saluta. .scherziamo un poco, come con ogni venditore della strada. giornali,   dvd, prese elettriche, fiori, appendiabiti...sono loro che controllano il   territorio di cui sono ospite, sono loro che conoscono tutti e le abitudini di   ciascuno. 
        Maputo non è Milano. 
        Eppure  i due condomini si   assomigliano. 
         
        ciao 
        adriana 
       
      28-02-09
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