STORIA PRIVATA DI UNA DONNA QUALUNQUE

Atto Unico di Bianca Maria Neri – Edizioni Sedizioni Milano

“Si uccide ciò che si ama” così scriveva un malinconico Oscar Wilde nella Ballata del  carcere di Reading.
La cronaca riporta spesso la notizia del più enigmatico dei delitti: una donna che uccide i propri figli.
Il fatto risalta nella cruda luce della cronaca, mentre la figura della donna rimane in un’ombra popolata di interrogativi e fantasmi.
In “Una storia privata” una donna, uscita dal carcere, torna sul luogo del delitto e ripercorre con ritmo serrato episodi della propria infanzia e adolescenza trascorse in una famiglia violenta.

Il tema è ispirato a  una storia vera ed è stato scelto per la rilevanza che la famiglia è tornata ad occupare nella discussione pubblica e di riflesso nei media, come se fosse il rimedio più indicato per il disagio che affligge la società italiana e il mondo moderno in generale.
La famiglia tuttavia non rappresenta necessariamente la soluzione di problemi sociali o personali, e non è neppure quell’isola felice in cui ritirarsi privilegiando la dimensione privata: con il mio testo ho voluto ricordare la violenza che si può annidare al suo interno, violenza troppo spesso confinata nel silenzio della vergogna, dell’impotenza o dell’ipocrisia.
Ho scelto la forma artistica della confessione-confessorio che si presta per esprimere un contenuto forte, di impegno civile e sociale.

 

dal testo: ... In un momento mi venne di parlare, raccontare, il bisogno di dividere un peso così grande per le mie spalle di ragazzina. Fu con un ragazzo sensibile, e gli tremarono le mani, e i fiammiferi sparsi sulla tovaglia, un gesto che parlava, e io non volevo spaventare, far paura agli altri, capii in un baleno che una storia come la mia poteva significare un onere per un uomo, e schiacciarlo di responsabilità, magari farlo sentire inadeguato e allontanarlo, e io non volevo restare sola.

Così mi ritirai nel silenzio anche del cuore, e presi a vivere di testa, solo testa, sette giorni su sette per tutti gli anni dell’università, un compromesso fra la fuga e la soddisfazione delle tue aspettative, padre. Studiare, dovevo studiare, questo era il prezzo per starti in qualche modo lontano e per ripagarti dei sacrifici che facevate per i miei studi, quanto me li hai fatti pesare anche se non ti avevo chiesto io di fare l’università, ma volevi una figlia laureata, era per il mio bene, dicevi, come quando non mi lasciasti andare al liceo artistico o fare teatro con i compagni di scuola, padre, che cosa ti spaventava tanto nell’arte, forse la libertà. Non sapevo cosa fosse il tempo libero, il divertimento, il sabato e la domenica tornavo da voi per il giretto in macchina, espiavo le mie colpe, e le mie compagne con i fidanzati, già, un fidanzato, che bella cosa doveva essere avere un ragazzo che ti vuole bene, ma come si fa a trovare, ad avere un fidanzato, madre, non me l’avevi insegnato.

 

Storia Privata Di Una Donna Qualunque - Eventi a Milano

27/2/2008      Unione Femminile – Incontro con l’autrice, Reading di Mariella Parravicini (Milanocosa)

6/3/2008        Biblioteca Rionale Sicilia – Presentazione con dibattito – Arianna Censi, moderatrice Diana De Marchi

8/3/2008        Sguardi Altrove – Performance di Bianca Maria Neri, al violino Andrea Ruffilli

10/3/2008      Biblioteca Rionale  Zara – Incontro con l’autrice, Lettura scenica di Aglaia Zannett