Quale sguardo

Nicoletta Buonapace

 

 

Quale sguardo sul ciglio di quest’abisso
e quale coraggio e quale civiltà
l’illusione è il grido la rabbia l’insulto
la facile troppo facile emergenza
la facile troppo facile folla di piazza
il facile troppo facile imbonitore
la facile troppo facile colpa
di un bambino senza cittadinanza
d’uomini e donne senza diritti
di gente senza un tetto
del più invisibile ingombro umano
e facile troppo facile
che la mancanza di parola sostituisca la parola
che un urlo abbia l’apparenza d’una parola vera
Quale sguardo sul ciglio di quest’abisso
dal quale guardare e riconoscere
che la povertà è dei più
che il dolore è dei più
che la malattia è dei più
che la mancanza è dei più
che non siamo, né sappiamo discernere.
Facile troppo facile seguire un capo
una religione un credo un dogma
cancellare la complessità del mondo
la fatica di camminare sopra il fango
e dentro la macchina trovare il guasto
senza generare una morte un capro espiatorio
Il ciglio ove posiamo i piedi è là
ai bordi di quell’assoluto profondo e buio
che il nostro sguardo sia allora illuminato
che abbiamo memoria che abbiamo coscienza.

 

6-03-2013

 

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