L’ONU accusa il VATICANO d’aver violato la convenzione dei diritti dell’infanzia
Il documento raccomanda maggior trasparenza nella gestione delle questioni riguardanti la pedofilia.

Stephanie Le Bars


da Le Monde

 

Nervosismo si percepiva in Vaticano dopo la pubblicazione mercoledì 5 febbraio del rapporto dell’Onu riguardante la protezione dell’infanzia e la gestione della questione ‘pedofilia’ da parte della Chiesa Cattolica. “Si potrebbe dire che il rapporto è stato preparato in anticipo” è esploso a dire Monsignor Silvano Tomasi, l’osservatore vaticano che in gennaio aveva difeso la politica  della Santa Sede davanti alla commissione dei diritti dell’infanzia, a Ginevra.
Oltre alla “sorpresa”suscitata per l’ampiezza delle critiche, il prelato ci ha visto “una presa di posizione ideologica” e nella severità delle conclusioni, la mano delle associazioni in difesa dell’omosessualità.

Da parte loro gli esperti del comitato non lesinano le parole. “il Vaticano ha violato la convenzione dei diritti dell’infanzia – secondo la presidente del comitato Kirsten Sandberg – i responsabili non hanno fatto tutto quello che avrebbero dovuto” per proteggere i minori.
Nel lungo documento, in gran parte accusatorio, il comitato chiede al Vaticano di dare prova di una maggior trasparenza, di deferire alla giustizia civile tutti i religiosi sospettati di atti di pedofilia e di “rimuovere immediatamente dalle loro funzioni tutti i religiosi sospettati di abusi sessuali”.
Si dichiara “profondamente  preoccupato per il fatto che la Santa Sede non abbia riconosciuto l’ampiezza dei crimini commessi . Nemmeno abbia preso le misure necessarie per affrontare i casi di sevizie sessuali sui minori e quindi non li abbia protetti, conservando politiche e pratiche che hanno permesso la prosecuzione delle aggressioni e l’impunità per gli autori” – alludendo alla migrazione di parrocchia in parrocchia dei preti accusati di quegli atti.

Ora, quelle pratiche sono state di fatto sistematiche nel corso degli ultimi decenni, e la gerarchia cattolica ha per molto tempo privilegiato in tutti i modi la reputazione dell’istituzione a detrimento della salvaguardia dei bambini. Alla fine degli anni 2000 la politica ufficiale del Vaticano ha conosciuto una inflessione, a causa degli scandali venuti allo scoperto in Irlanda e in Germania.

Durante il suo pontificato Benedetto XVI ha ammesso che la pedofilia è “un crimine atroce” e contrariamente a quanto lascia intendere il comitato dell’Onu, il Papa ha riconosciuto nel 2010 che era ‘sbagliato’ il modo con cui la gerarchia cattolica aveva gestito gli scandali.
Inoltre il Vaticano ha incoraggiato i fedeli a ricorrere alla giustizia civile, mettendo fine alla legge del silenzio e promettendo “tolleranza zero”. Il Vaticano ha recentemente comunicato che 400 preti accusati di pedofilia, erano stati privati dell’abito tra il 2011 e il 2012.

La persistenza di “processi canonici” opachi , conclusi con sanzioni sconosciute al pubblico, non getta buona luce sulle raccomandazioni ufficiali.. A dispetto dei discorsi e della buona volontà di alcuni responsabili cattolici, sembra che le mentalità cambino  troppo lentamente.
Ultimo esempio: il nunzio apostolico della Repubblica Dominicana, accusato di abusi sessuali, è stato rimpatriato con discrezione a Roma nell’estate del 2013 per subire un processo canonico. Nulla fa presupporre che comparirà un giorno di fronte ad un tribunale civile.

Dopo la pubblicazione del rapporto, il Vaticano ha pure denunciato “un tentativo di ingerenza” concernente questa volta la dottrina della chiesa in materia di contraccezione, omosessualità e aborto. Il comitato ha infatti domandato una modificazione del diritto canonico per autorizzare l’aborto quando la salute della madre è minacciata e la fine della condanna degli omosessuali e dei loro figli.
In un modo più discorsivo chiede anche un censimento dei figli dei preti cattolici e una loro miglior presa in cura.
Il comitato segnala tuttavia qualche punto a favore del Vaticano, più precisamente gli sforzi per abolire il termine “figli illegittimi” dai propri testi e le dichiarazioni “positive” di papa Francesco sugli omosessuali che egli stesso si dichiara improprio a giudicare.

Questo rapporto dovrebbe in ogni caso costituire per papa Francesco, (che si è espresso poco sugli abusi sessuali), ma ha recentemente bollato come ‘vergogna’ questi scandali, un incitamento ad accelerare la creazione di una “commissione” da lui annunciata per migliorare l’accompagnamento dei minori vittime di pedofilia e la prevenzione di tali atti in seno alla Chiesa.
Il Vaticano ha tempo fino al 2017 per metter in atto queste raccomandazioni non obbligatorie

Traduzione: Sisa Arrighi.

da Le Monde di venerdì 7 febbraio 2014

 

 

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