UN'ORA SOLA TI VORREI

di Gianna Beltrami


E' un documentario struggente della regista Alina Marazzi che racconta una vita, quella della madre della regista morta suicida a 33 anni. E' una ricerca di conoscenza e comprensione e accettazione , un'elaborazione e un recupero di un legame d'amore che ha lasciato un vuoto profondo nella figlia.

Il racconto è nato da una esigenza privata e personale e parte dalla vita dei nonni materni con pezzi ripresi con una vecchia cinepresa dal nonno, l'editore libraio Ulrico Hoepli . Parallela alla vita della protagonista viene descritta la storia dagli anni 20 ai 70 attraverso fatti e costumi, le case, le feste, le musiche, le canzoni, le vacanze, i viaggi, le amicizie, la moda e anche il fascismo, la guerra e i conseguenti smembramenti delle famiglie .

E' una storia intima, espressione di un vissuto personale della regista ma attinta anche dai numerosi diari della madre, un'anima sensibile , inquieta e fragile sopraffatta da istanze interiori molto rigide e complesse che hanno fatto di una ragazza amata bella ricca sana e colta una persona affetta da "sindrome depressiva" più volte ricoverata in costose strutture psichiatriche e sottoposta a trattamenti farmacologici.
Anche il matrimonio d'amore con un uomo che nel film appare disponibile (per lei rinuncia per esempio a una carriera in America), amoroso, vivo, gioioso ( coi suoi piccoli deliziosi giochi da "mago") accresce i sensi di colpa e di inadeguatezza della protagonista.

Ho avvertito come molto diversa la relazione con la figura paterna nella regista e in sua madre : nella storia della madre , riferiti nel film con molta umanità , mi sembrano significativi la mancanza di una conferma positiva e atteggiamenti svalutanti da parte del proprio padre .

E' la figlia a dare voce alla madre, dapprima con timidezza rispettosa come se stesse invadendo spazi non suoi , poi con accorato richiamo (la stessa canzone "un'ora sola ti vorrei") e infine dando forma alla sua sofferenza e costruendo un bellissimo filmato.

4-05-05