|   Passi in avanti nel controllo dei tumori ovarici
 Valeria Fieramonte
 
 
 Si sa che la ricerca medica non tiene conto del corpo delle donne,   e che, tumori al seno a parte - ben monitorati dalle meritorie iniziative su   scala europea del gruppo di Veronesi, - in genere il corpo femminile viene   'rubricato' al maschile, senza differenze.
 Ora una ricerca sul tumore   ovarico, particolarmente insidioso per l'assenza di sintomi e anche di   marcatori, che colpisce circa 5000 donne all'anno in Italia, con alte   percentuali di prognosi infauste, ha ottenuto interessanti risultati.
 Un   gruppo che fa  capo al dottor Maurizio d'Incalci, che studia i tumori all'Istituto Mario Negri di Milano (   il nostro più importante centro di ricerche farmacologiche, un faro nel quasi   nulla della dipendenza dalle farmaceutiche ), assieme a ricercatori del S.   Gerardo di Monza e del Sant'Anna di Torino, ha scoperto che c'è una piccola   molecola, che è stata chiamata miR - 200c, che riduce l'attività di questo tipo   di tumore, perchè ostacola un'altra molecola che invece lo fa crescere ( per chi   volesse saperne di più, si chiama Vegf, alias -  vascular endotelial growth   factor - )  che invece lo aiuta a radicarsi nell'endotelio. 
        Il tumore   endoteliale rappresenta il 90% dei tumori ovarici...
 
 E' un pò come se fosse   stata trovata la 'firma molecolare' del tumore ovarico. Il passo successivo   dovrebbe essere trovarla anche nel sangue, perchè allora con un semplice esame   del sangue si potrebbe prevenire. 
      Ma si sa che quando si tratta di trovare   finanziamenti per le donne - nonostante questi risultati pregevoli per la   ricerca italiana e di grandi risultat - fanno spesso tutti finta di non   accorgersene...  non resta che sperare che venga dato un aiuto economico per   fare il passo successivo ( meno difficile e complicato): trovare il marker nel   sangue.
 
 16-6-2011
 
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