Dichiarazione congiunta
di Bat Shalom & Jerusalem Center for women
del Jerusalem Link
Le
donne palestinesi e israeliane chiedono
la cessazione immediata dell'occupazione.
Israele
ha lanciato una guerra aggressiva contro la popolazione civile
palestinese inerme. L'esercito israeliano sta attaccando e terrorizzando
intere comunità, uccidendo centinaia di civili e distruggendo ed
espropriando la proprietà, le infrastrutture e le istituzioni pubbliche
palestinesi.
L'uso criminale della forza militare è una risposta legalmente
e umanamente inaccettabile all'intifada del popolo palestinese contro
l'occupazione illegale e prolungata, che continua a violare i loro più
fondamentali diritti nazionali, individuali e collettivi. E' anche una
risposta vendicativa ed umanamente inaccettabile agli orribili attacchi
sui civili israeliani (per i quali le politiche dei governi israeliani
che si sono succeduti hanno una significativa responsabilità),
che sono stati condotti nel contesto del fallimento della protezione,
in maniera efficace, del popolo palestinese da parte della comunità
internazionale, come da mandato della legge umanitaria internazionale.
L'attacco deliberato di civili innocenti, sia palestinesi che israeliani,
non dev'essere giustificato. Acuire la sofferenza della popolazione palestinese
porterà solo all'aggravarsi della sofferenza e dell'insicurezza
di entrambe le popolazioni, e distruggerà ogni prospettiva di pace.
Accanirsi nel dare sofferenza alla popolazione palestinese porterà
solo al prolungarsi e all'aggravarsi dell'insicurezza e della sofferenza
di entrambe le popolazioni, e distruggerà ogni prospettiva di pace.
Né l'assedio imposto al Presidente Arafat dal governo unitario
di Sharon porterà pace o sicurezza al popolo israeliano. Per ristabilire
un clima favorevole alla ricostruzione di un dialogo politico, i diritti
della popolazione civile palestinese devono essere protetti con la legge
umanitaria internazionale, e le violazioni sistematiche di Israele devono
cessare.
I nostri due popoli non possono cominciare a lavorare per la realizzazione
della pace e della sicurezza senza sradicare la causa profonda di questo
conflitto, il vero nemico della pace, l'occupazione.
Un clima di paura e l'ossessione di rappresaglia ora attanagliano i nostri
due popoli. Noi donne ci rifiutiamo di essere paralizzate o polarizzare
da queste paure. Non chiuderemo gli occhi davanti alle cause reali di
questo sconvolgimento politico. Non possiamo chiudere gli occhi davanti
alle politiche e alle pratiche che sono state progettate allo scopo di
umiliare, intimidire e forzare la sottomissione dei Palestinesi al disegno
strategico di Israele di espropriazione, insediamento e colonizzazione
portato avanti nel corso di 34 anni di occupazione. Non possiamo chiudere
gli occhi davanti al fatto che tentativi non-violenti, da parte del movimento
palestinese, di opporsi alla negazione dei loro diritti umani fondamentali
si sono storicamente scontrati con la violenza e misure repressive da
parte israeliana e con il silenzio da parte della comunità internazionale
delle nazioni.
Non siamo in grado di chiudere gli occhi davanti alla dolorosa lezione
che è stata impartita ad entrambi: l'uso militare della forza,
per costringere la sottomissione di una nazione ad un'altra, porta
inevitabilmente a trasformare i civili innocenti in bersagli e a commettere
crimini di guerra.
Per contenere e mettere fine a questo circolo vizioso va avviato un dialogo
politico civile basato sul rispetto e la fiducia reciproci, e si deve
porre fine a tutti gli atti che causano danno a gente innocente.
Le sistematiche violazioni della legge umanitaria internazionale, alle
quali la popolazione palestinese è stata soggetta, devono terminare.
Facciamo appello agli Stati della comunità internazionale affinché
ottemperino alla loro obbligazione di assicurare il rispetto da parte
di Israele della Quarta Convenzione di Ginevra del 1949 e di altri
strumenti della legge umanitaria internazionale applicabili nei territori
palestinesi, ed affinché intraprendano urgentemente misure protettive
efficaci a questo scopo.
Per realizzare la pace e la sicurezza, bisogna porre fine al perpetrarsi
della negazione del diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione,
nel contesto di un negoziato politico giusto e globale.
In questo momento, di fronte alla tempesta politica e militare, che siamo
incapaci di controllare, abbiamo urgentemente bisogno di un efficace
intervento internazionale e della protezione della popolazione palestinese.
Intraprendiamo insieme il lavoro per questo obiettivo.
C'è un solo futuro per entrambi. Lavorando insieme aumenteremo
le nostre possibilità per un futuro migliore. Crediamo che le donne
possono sviluppare una voce alternativa per promuovere un sano approccio
ed effettive iniziative di pace tra le nostre due nazioni e due popoli.
Le donne hanno già cominciato a dare sostanza alla consapevolezza
che una pace giusta è una pace tra eguali. Quando facciamo
appello per uno stato palestinese (sui territori occupati il 4 giugno
del 1967), a fianco allo stato d'Israele, noi guardiamo a una reale sovranità
per ogni stato, compreso il controllo sulla terra e sulle risorse naturali.
Noi
guardiamo a un accordo basato sulla legge internazionale che imporrebbe
la condivisione della città di Gerusalemme, lo smantellamento
delle colonie e una giusta soluzione alla questione dei rifugiati
secondo le risoluzioni dell'ONU rilevanti in merito. Nel dare continuità
al nostro lavoro comune, non vogliamo solo porre fine all'occupazione,
ma contribuire a creare le condizioni per una vita di sicurezza e dignità
per entrambe i popoli.
Facciamo appello alle donne e agli uomini, giovani e anziani, di unirsi
a noi nella nostra richiesta sincera per preservare la vita, la dignità,
la libertà e la speranza per un futuro sicuro nella nostra
regione. La costruzione di un'altra generazione di gioventù palestinese
frustrata, la disumanizzazione, l'odio, la vendetta e l'oppressione non
contribuiscono a risolvere un secolo di conflitto. Il riconoscimento reciproco
ed il rispetto dei reciproci diritti individuali e collettivi aprirà
la strada alla costruzione della pace.
Jerusalem
Center of Women e Bat Shalom
Jerusalem 14 aprile 2002
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