Una giornata a Palazzo Marino
di Anita Sonego e Marisa Erbani

4 febbraio 2003 ore 12,30

Si riunisce la commissione  Pari Opportunità

L’argomento è importante: I Centri Azione Milano Donna

Il Presidente è alla cattedra, introduce il tema e presenta l’assessore responsabile per il decentramento.

L’Assessore: “Si possono ritenere concluse le motivazioni per cui si era costituito, negli anni 70/80 il CAMD centrale, la valorizzazione cioè del ruolo femminile nella società. Le donne, oggi sono cambiate” dice lui (che è un uomo). Il Comune decide di promuovere, quindi attività di coinvolgimento delle donne nel territorio.

Nei CAMD di zona, continueranno ad esistere per le donne: attività ludico-recreative all’interno di una politica di “animazione” del territorio, l’assistenza legale e uno sportello di ascolto per le donne in difficoltà, gestito da psicologi esperti”. Intervento della consigliera Molteni, delle Lega: “Raccomando che gli psicologi preposti all’ascolto siano degli esperti in merito al sostegno alle famiglie e in grado di dare informazioni sulle attività imprenditoriali femminili “.

La scena a questo punto, merita di essere descritta:

Con un tempismo straordinario, la politica di animazione del territorio è gia una realtà.

In fondo, a destra della cattedra, un gruppetto di giovanotti in look Fininvest, telefonini alla mano, si anima, chiacchiera. Sono tutti di ottimo umore.

Il Presidente ha il sospetto che ciò non sia dovuto al tema che si sta dibattendo e li richiama ripetutamente, senza nessun esito peraltro. In prima fila un ex assessore lavora già, è assorto nella lettura del Corriere della Sera. Lui non ammette interferenze, lo leggerà tutto e poi passerà all’inserto.

Nel settore della maggioranza siede un gruppo di donne compite, attempate, silenti.

Noi rappresentanti dell’Università delle Donne, assieme ad altre, abbiamo preferito sederci in ultima fila. Siamo solo uditrici.

Entra un handsome abbronzato, elegantissimo. Pensiamo: farà un intervento qualificante! Resteremo deluse: lui apre la sua valigetta, estrae il suo computer, schiaccia tasti, è molto concentrato, senz’altro deciso a far suo lo stile di vita del nostro Presidente del Consiglio: “ed ora, come sempre, al lavoro!”

Con qualche minuto di ritardo, entra in aula un altro consigliere comunale, siede a sinistra, in prima fila. E’ anche vestito da uomo di sinistra. Si riaccende una speranza. Lui apre l’agenda: il cellulare è già in funzione, manda e riceve messaggini… democratici.

La seduta continua. “Arrivati al 2003, l’attività dei Centri Donna deve essere ripensata, dice l’assessore.

Deve essere resa sinergica, le attività ludiche devono essere meglio articolate ed aprirsi a chi non è donna. È questo il motivo per cui dal ’99 è stato tolto il capitolo di bilancio che prevedeva un sostegno economico alle Associazioni attraverso il CAMD centrale.

I Centri Azione Milano Donna riguardano il decentramento, e devono essere collegati alle altre attività del tempo libere zonale”.  L’intervento della tenace Marilena Adamo che ricorda come la promozione dell’associazionismo femminile era una delle finalità statutarie del Camd e chiede perché non sia presente l’assessore Tiziana Maiolo che ha la delega per le politiche femminili, non ottiene una risposta significativa.

Ore 13,30. Una fedele segretaria ha registrato le presenze. Gli allegri giovanotti sono usciti, l’ex assessore è già seduto al bar davanti ad un tramezzino, l’handsome ha spento il suo portatile.

La commissione ha concluso i lavori.

La diaria per ogni partecipante è di € 125, circa.