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donne parlamentari
hanno firmato insieme a 99 colleghi
un appello
contro la guerra
si
tratta di
Chiara
Acciarini, Emanuela Baio Dossi, Fulvia Bandoli, Katia Bellillo, Franca
Bimbi,
Rosy
Bindi, Daria Bonfietti, Gloria Buffo, Laura Cima, Maura Cossutta,
Elettra Deiana, Loredana De Petris, Titti De Simone, Tana De Zulueta,
Olga Di Serio D'Antona,
Anna Donati, Giovanna Grignaffini, Marina Magistrelli, Graziella Mascia,
Giovanna Melandri,
Laura Pennacchi, Roberta Pinotti, Silvana Pisa, Gabriella Pistone, Giuliana
Reduzzi,
Albertina Soliani,
Alba Sasso, Patrizia Toia, Lalla Trupia, Tiziana Valpiana,
Luana Zanella, Katia Zanotti
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Noi
deputati e senatori contrari alla guerra
Noi,
deputati e senatori contrari ad un attacco armato all'Iraq, rivolgiamo
un appello a tutti i rappresentanti del popolo che siedono in Parlamento:
fermiamo la macchina di questa guerra.
Noi non vediamo il collegamento con la indispensabile lotta al terrorismo
internazionale, che costituisce una minaccia per l'umanità.
Noi temiamo
piuttosto il piano inclinato di uno scontro tra civiltà, destinato
ad alimentare il fondamentalismo islamico e a rendere sempre più
ingovernabile il mondo.
Noi avvertiamo
i rischi immanenti per la sicurezza del nostro e di ogni altro paese,
in particolare quelli dell'area del Mediterraneo.
Ora molte
contrarietà e dubbi, tra gli Stati membri delle Nazioni Unite e
dello stesso Consiglio di sicurezza, sembrano contrastare le certezze
di un conflitto inevitabile. Siamo convinti che le Nazioni Unite debbano
agire in piena autonomia e non subire l'imposizione di una risoluzione
che accolga il principio della "guerra preventiva", contrastare
con la loro Carta fondativa.
Perché
un tale deliberato di autorizzazione alla guerra non potrebbe trasformare
una scelta sbagliata in una scelta giusta;
perché, lungi dal rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite potrebbe
essere causa della loro delegittimazione agli occhi della gran maggioranza
dell'opinione pubblica mondiale;
Per questo i nostri sforzi vogliono essere orientati:
ad esigere dall'Iraq di accettare le ispezioni sugli armamenti e in tutti
i siti; ad evitare la guerra, rappresentando in questo modo gli orientamenti
maggioritari dell'opinione pubblica europea e di una parte importante
di quella degli Stati Uniti;
a proporre che l'Onu avvii un processo negoziale sul disarmo, relativo
agli armamenti nucleari e chimico-batteriologici, in tutta l'area medio
orientale, anche nel quadro della soluzione del conflitto israeliano-palestinese.
Sono queste
le posizioni che sosterremo nel Parlamento e nel Paese, riaffermando il
valore e l'efficacia, nell'era della globalizzazione, dell'art. 11 della
Costituzione italiana.
Noi non voteremo per la guerra all'Iraq.
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