La stampa come la società è sessista

di Monica Pepe


Monica Pepe da flickr.com/photo


Sono entrata in piazza del popolo da piazzale Flaminio. Ho incontro alcune amiche della Casa delle Donne, sul lato della chiesa ho visto anche lo striscione di Noi Donne. Vado per entrare in piazza del Popolo, le mie amiche stanno tardando e intanto che arrivano decido di attaccare con lo scotch i due striscioni che ho fatto su un espositore per manifesti, coprendo un poster del Pd, dal lato che dà verso la piazza.
LA STAMPA NON E’ LIBERA PERCHE’ E’ SESSISTA è il primo, sotto attacco l’altro cartello SANTORO ANCHE TU USI LE DONNE.

Due signori di una comitiva sui 60 anni mi aiutano, guardando  un po’ allibiti i cartelli. Sotto sono sedute le loro mogli. Mi chiedono il perché di questi messaggi ed io volentieri parlo con loro perché penso che quando credi in qualcosa e lo rendi manifesto hai il dovere di spiegare. “Perché l’Italia è un Paese dove le donne vengono usate e sfruttate anche dai media”. Mi risponde come se niente fosse “Guarda che è tutta colpa delle donne, sono loro che si fanno sfruttare, sono loro che si prostituiscono, gli uomini non c’entrano niente – allibita guardo la moglie che guarda verso il basso arresa. “Una volta le donne facevano le manifestazioni dicendo l’utero è mio - continua lui convinto e scanzonato - ora non valete più niente”. Mentre gli rispondo vengo interrotta da due ragazzi di vent’anni, da uno in particolare che mi dice “Ma perché attacchi Santoro, l’unico che fa informazione libera?” Io gli rispondo che anche Santoro in Annozero ha usato Patrizia D’Addario, l’ha usata come fa Berlusconi anche se in maniera diversa, facendola fare a pezzi da uomini senza scrupoli, e che ha sempre un modo di fare arrogante e maschilista con le donne che invita in trasmissione.

La discussione è animata e civile, ma lui insiste “Hai scelto il momento e il posto sbagliato, qui stiamo manifestando per la libertà di stampa. Ed io gli rispondo che la manifestazione è per la libertà di espressione, ed è proprio questo il problema, se non ho la libertà di dire che viviamo in una società sessista alimentata da una stampa che tende sempre a rappresentare le donne come prostitute. “Lo sai che in Italia ci sono 9 milioni e mezzo di uomini che comprano regolarmente sesso dalle donne? Conosci la condizione di sfruttamento delle donne in Italia, che ancora oggi una donna viene ammazzata ogni due giorni da un uomo della sua famiglia o da un ex? E quando mai Santoro, che si fa paladino dei diritti e della libertà ha fatto una trasmissione su questo?” “Arriva l’amico a dargli manforte: “Guarda che sono le donne che scelgono di prostituirsi”. Vorrei dirgli che se gli offro diecimila euro per venire a letto con me voglio proprio vedere come va a finire, ma lascio perdere. “Ragazzi, se vogliamo parlare dei sistemi di oppressione che uomini e donne agiscono reciprocamente ci sto, ma è un discorso lungo che forse non riusciamo a fare qui ed ora. Annuiscono entrambi, vedo che ci siamo, ci capiamo. Ma a denti stretti il primo ragazzo con cui parlavo, insiste che io sto sbagliando i tempi della mia battaglia, che sto sbagliando tutto, che non dovevo parlare di questo ora”.
Arriva una troupe della Federazione stampa italiana. La giornalista mi sorride, guarda i cartelli e mi dice “Finalmente qualcuna che dice le cose come stanno”.  E mi chiede di essere intervistata. E’ l’unica testimonianza visiva degli striscioni. Spiego nell’intervista che sarebbe ora che Santoro invece di usare le donne, dedicasse una puntata di Annozero alla sessualità maschile visto che un terzo degli uomini in Italia,  tra cui evidentemente molti politici e uomini di ogni professione, non riescono a relazionarsi diversamente con le donne che non con la compravendita del loro corpo, che in Italia lavorano solo il 47%  delle donne, spesso sfruttate e in condizioni di precarietà, che il 90% degli stupri e delle violenze avvengono nelle case”. Dopo l’intervista mi allontano per distribuire a uomini e donne degli adesivi, dopo pochi minuti mi volto e gli striscioni sono spariti. Chiedo ai signori di prima chi è stato, mi dicono due uomini adulti che in pochi secondi li hanno staccati e portati via con decisione.

Molto arrabbiata torno verso piazzale Flaminio, e manco a farlo apposta sento un boato e la folla che si apre. Sta arrivando Santoro. Mi avvicino il più possibile a lui e gli grido forte per due volte a mezzo metro dalla faccia: “Sei un sessista, sei un sessista”. Santoro sente perfettamente, anche se fa finta di nulla, così come ha sentito un uomo che mi risponde pensando di farmi paura: “Vattene via, vattene via, l’uscita è da quella parte”. Ovviamente gli grido che sono libera di dire quello che mi pare, che le donne sono libere di dire quello che vogliono.

Torno dove erano gli striscioni che avevo messo e ritrovo la giornalista della Fnsi, incredula. “Hanno staccato tutto, ed ora?”. Le rispondo che è proprio questo purtroppo il cuore del problema politico di questa Italia, una società profondamente sessista e le dico. “Le donne non smetteranno mai di parlare, e il 21 novembre per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne faremo una grande manifestazione e ci sentiranno”.       

Da L’altro del 4 ottobre 2009

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