Gisella Bassanini
Per amore della città

di Sandra Bonfiglioli

 

 

Nell’accademia delle scienze umane alla quale appartiene l’architettura, la riflessione disciplinare ha accolto - e profondamente adattato al contesto - il principio di universalità che è caratteristico del pensiero scientifico della natura e dal quale ne sono conseguiti canoni precisi: l’espressione delle leggi che governano i fenomeni; la spersonalizzazione dell’osservatore; la ripetibilità del fenomeno in esperimenti.

Per l’accademia, le ricerche che escono da questo quadro di riferimenti rischiano la banalità. La ricerca di Gisella Bassanini accetta la sfida e ricerca un metodo che non si iscrive immediatamente nei canoni accademici ma nei quadri della cultura femminista e femminile, opportunamente re-interpretata per dialogare con la cultura accademica. È un lavoro da interprete, usuale nella disciplina musicale dove il compositore è continuamente reinterpretato al presente - e solo per questa via egli può continuare ad essere presente come artista - ma inusuale nella riflessione disciplinare.

Non sono numerosi i testi accademici di questa natura. Spesso, ed è il caso di molte ricerche sociologiche, le donne sono intese come gruppo sociale da studiare nelle specificità fenomenologiche. La maggior parte dei testi femministi che hanno fatto storia si sono collocati fuori dall’accademia. Solo recentemente studiose di tradizione femminista o postfemminista hanno lavorato nello stesso solco di dialogo interistituzionale nel quale si colloca questa ricerca. Gisella Bassanini utilizza i materiali selezionati con l’agio e la competenza di chi ha un solido quadro di riferimento culturale. L’autrice tratta gli argomenti con parole “cariche di senso”, lontane dalla moda del concetto fashion che oggi piace a molti accademici (città liquida, gentrification, non-luoghi).

Se è filosoficamente infondata l’attesa di capire ontologicamente “lo specifico femminile”, è lecito rilevare e interpretare l’innovazione portata in contesti specifici da architette ed urbaniste e cercare di comprendere come amano progettare.

Nel campo del progetto urbano, dagli anni 70, si è avviata una lunga fase di dibattito internazionale che ha cambiato gli strumenti, le leggi, la forma dell’azione urbanistica e del suo quadro teorico. Nuovi concetti e ambiti sono emersi che orientano sia le pratiche sia la riflessione: costruzione sociale del problema, partecipazione dal basso alle decisioni pubbliche, governabilità delle scelte; governo della trasformazione urbana nel più ampio quadro di mutamento economico e di processi di strutturazione sociale.

In questo quadro Gisella Bassanini ha rintracciato l’originalità del pensiero e dell’azione delle donne, come nel caso delle politiche temporali urbane, che evolvono verso un’urbanistica temporale, promosse dalle donne e che ancora in questo campo continuano ad agire come attrici sociali. Le innovazioni portate nell’urbanistica temporale sono state più volte descritte: la valorizzazione del corpo; l’ascolto dell’esperienza dell’abitare i luoghi; la conciliabilità della sfera privata e pubblica; la valorizzazione dello spazio abitativo e del tempo personale.

Le donne , nel campo del progetto urbano, sono un soggetto emergente che esprime interessi sempre più maturi e complessi nell’arena del dibattito pubblico su come cambiare la città per renderla vivibile, governabile, espressione di nuovi valori dell’abitare  In breve, l’autrice ha selezionato materiali di progetto urbano, di natura discorsiva e progettuale, nei quali agiscono tre dimensioni che sono per le donne anche dei valori.

Identità, da intendersi come esiti in evoluzione del processo di ricostruzione della coscienza di sé operata dalle donne mediante pratiche originali e critiche.

Misurabilità, ovverouna impostazione critica verso un modo corrente e tecnico di intendere la partecipazione dal basso alla costruzione dei problemi e alla decisione pubblica. Quale controllo può darsi degli esiti della partecipazione se le retoriche con cui dialogano tecnici, decisori pubblici e gente comune sono lontane dall’esperienza e l’esperienza personale non ha valore di universalità? 

Dicibilità,
premessa di ogni espressione della partecipazione così come dell’identità e della misurabilità. Saper dire i propri interessi e valori è stato per le donne il cuore della costruzione della propria identità.

Il testo di Gisella Bassanini è un’antologia di concetti, argomenti, casi, autrici e autori che lascia trasparire sia la personalità e la cultura di chi li ha selezionati e riletti, sia la fedeltà al detto originale impregnato della sensibilità e biografia di chi lo ha espresso. Aspetti generali di metodo si possono intravedere in questa ricerca che ricapitola il percorso individuale dell’autrice e quello collettivo di gruppi di donne. Questo metodo dà valore al corpo sessuato nell’atto di vivere e fare esperienza in circostanze precise e site specific, alle biografie rintracciabili, alle genesi di un accadere.

L’urbanistica e l’architettura del giorno d’oggi, sebbene abbiano attraversato la filosofia decostruzionista, non sanno agire veramente dal basso, non sanno abbandonare la cultura generale del piano, non sanno vedere e descrivere i problemi quotidiani degli abitanti di una città, non sanno valutare l’urgenza e la profondità del problema sollevato dagli abitanti. L’urbanistica e l’architettura di oggi sono lontane dagli abitanti e hanno bisogno sempre più della mediazione del mercato per comprendere la domanda di cambiamento. È un’urbanistica umanistica quella che descrive Gisella Bassanini. Ed è già nel mondo. C’è materia per riflettere.

 

Gisella Bassanini,
Per amore della città
prefazione di Sandra Bonfiglioli,
Franco Angeli, 2008
pp. 160,  16 euro  

23-04-10