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Tuttavia in questo caso vi è qualche cosa di più: lo sguardo dell'autrice è volto a illustrare le dinamiche interne alla scienza, sia nel senso delle passioni che muovono i ricercatori e che li legano all'oggetto della loro specialità - la biologia del cervello, in questo caso - ma anche nel senso dei meccanismi relazionali che operano nei centri di ricerca, nelle istituzioni accademiche, nelle redazioni delle riviste specializzate e come ciò sia legato a centri di potere economico, come le industrie farmaceutiche. Candace Pert, infatti, è una biologa e si è occupata di effetti degli oppiacei, fin dagli anni Settanta, e poi di cure per il cancro e per l'Aids: si trovava quindi in una posizione particolare per osservare, e vivere, la relazione tra ricerca e potere, tra scienza e finanza. La narrazione della scienziata, pur affrontando temi di tale spessore e fornendo tutte le informazioni scientifiche necessarie a comprendere modi e contenuti del suo lavoro, non è pesante. In effetti l'autrice compenetra trattazioni scientifiche e narrazioni sul suo vissuto, osservazioni sul comportamento dei suoi colleghi, descrizioni degli ambienti (dei laboratori, dei congressi, dei viaggi, delle case) e delle persone che incontra. Si può dire che metta in pratica l'approdo fondamentale della sua ricerca: l'unità di corpo e mente, il legame tra emozioni e salute. Partita dalla scoperta della base biologia del sentire è approdata a un nuovo paradigma scientifico, assurdo per il pensiero occidentale e familiare alla scienza orientale: l'organismo umano come "... rete psicosomatica di informazioni, che unisce la psiche, comprendente tutto ciò che è di natura chiaramente non materiale, come mente emozione e anima, al soma, che è il mondo materiale delle molecole, delle cellule e degli organi." Questa scoperta, che comporta l'attraversamento di confini ritenuti invalicabili, le è stata possibile anche grazie al fatto di essere una donna poiché "le donne, avendo un corpo calloso (il fascio di nervi che unisce l'emisfero destro del cervello a quello sinistro) più spesso, possono compiere con relativa facilità il passaggio dall'emisfero sinistro (razionale) a quello destro (intuitivo) e viceversa." I risultati ottenuti mettendo al massimo frutto tale abilità possono essere, come in questo caso, piacevolmente sorprendenti e stimolanti.
Candace B. Pert, |