Contro i pesticidi: un dossier di Legambiente

Valeria Fieramonte

 

   Nel 2008 in Italia si è verificata la prima massiccia moria di api, tanto grave da provocare la scomparsa di metà del patrimonio apistico nazionale. 
    Interi apiari si sono svuotati, centinaia di migliaia di api sono state sterminate.
   Per fortuna gli apicoltori sono corsi ai ripari, e dopo attente indagini hanno scoperto che la moria di api era dovuta all'introduzione, nel 2000, di una nuova generazione di pesticidi chiamati neonicotinoidi.
   Erano usati per la concia dei semi di mais.
  Ora il governo italiano ne ha vietato l'uso, ma non è così in tutto il mondo, e c'è sempre il rischio che vengano immessi sul mercato i similari con nomi cambiati.
   Le api sono le più straordinarie impollinatrici del pianeta e si calcola che il 70% delle piante commestibili dipendano da insetti impollinatori tra cui l'ape è , in assoluto, la più efficiente.
    Il disprezzo verso determinati tipi di insetti è dunque del tutto fuori luogo: senza di loro neppure mangeremmo.
   Questo è solo l'ultimo dei danni fatti dai pesticidi, a partire dal DDT, messo al bando negli anni '50, ma che ancor oggi è presente nelle matrici ambientali e causa di cancro mammario se l'esposizione avviene in età infantile.
    Nel Dossier 'Stop pesticidi' edito la Legambiente e curato da tre donne: Daniela Sciarra, Isabella Foderà e Natalia Ceriani è contenuta una interessante  e impressionante analisi dei danni che i pesticidi fanno alla salute.
    Sebbene la situazione sia migliorata ( dal 2002 al 2013 la quantità di pesticidi usata si è ridotta del 29%), l'Italia è il paese europeo che ne fa  un maggior uso, e che ha la maggior varietà di pesticidi negli alimenti, specie frutta e verdura: forse per questo all'Expo, dove è stato presentato il dossier, nelle segnalazioni giornaliere ai giornalisti della sala stampa il convegno sul Dossier non è neanche stato segnalato!
    Quasi la metà dei campioni di frutta e verdura presenta uno o più residui di pesticidi, seppure nei limiti di legge, e il multiresiduo – cioè la presenza concomitante di più residui chimici nello stesso campione alimentare – è salito di cinque punti in percentuale solo negli ultimi tre anni: si sono trovati sino a 5 residui diversi nelle mele, otto nelle fragole, e ben 15 nell'uva da tavola!
   E nessuno ha mai ancora studiato gli effetti sinergici che potrebbero derivare dalla presenza di più residui negli alimenti.
   Sempre nuove molecole sono immesse sul mercato senza una adeguata conoscenza  dei meccanismi di accumulo nel suolo, nell'ambiente  e nel corpo umano.
   Sostanze come il cholpyrifos sono per es. neurotossiche  e il glifosato desertifica i terreni e aumenta l'erosione dei suoli.
     Molte molecole usate oggi in agricoltura, come clororganici, organofosforici, triazoli, triazine eccetera,  sono conseiderate interferenti endocrini ed è noto che gli organoclorurati causano disfunzioni alla tiroide, mentre l'erbicida Paraquat, -ora vietato – è stato causa di un aumento documentato di malati di Parkinson.
 I contadini esposti a pesticidi sono quelli che pagano per primi: hanno una maggiore probabilità di sviluppare demenze e le donne malformazioni fetali  nel caso siano in gravidanza.
   Sarebbe dunque fondamentale che le indagini sui rischi connessi all'uso dei pesticidi fossero fatte più massicciamente  e riguardassero anche l'azione combinata dei principi attivi con cui sono fatti.
   Gli effetti degli interferenti endocrini si manifestano anche dopo decenni e variano a seconda del momento in cui avviene l'esposizione: come nel caso delle donne gravide, che sono assieme ai bambini la popolazione più a rischio.
 
      Come avrete capito se avete letto fin qui, non è una situazione rassicurante, e occorrerebbe incentivare pratiche di cautela prima di immettere  nell'ambiente sostanze di cui non si conoscono gli effetti a lungo termine. Si chiama prevenzione, parola sconosciuta a chi li produce.
  
   Un altro capitolo fondamentale è l'inquinamento delle acque.
  Nell'ultimo rapporto nazionale sui pesticidi nelle acque pubblicato da ISPRA si legge che nelle acque italiane sono state riscontrati ben 175 diversi tipi di sostanze, erbicidi, fungicidi e insetticidi in netto aumento rispetto agli anni passati.
    Nel 17% di campioni delle acque superficiali sono stati trovati fino a 31 residui di pesticidi e lo stesso vale per le acque profonde.
     Studi fatti in California mettono in relazione il consumo di acqua contaminata con un aumento della malattia di Parkinson.
    Diventa dunque sempre più urgente passare a una agricoltura di tipo biologico  

    
   
  
    
   
  

17-10-2015