"Non ci sono dubbi che, nelle primissime epoche della storia umana, la forza magica della donna apparisse altrettanto misteriosa di quella dell'universo;e questo dava alla donna un potereprodigioso, che la parte maschile della popolazione ha fatto di tutto per controllare e impiegare ai propri fini; è infatti singolare come in molte popolazioni primitive di cacciatori esista la leggenda di un'età ancora più primitiva in cui le donne erano le sole a possedere l'arte magica" -Joseph Campbell, Mitologia primitiva: Le maschere di Dio Quando pensiamo alle dee dell'antica grecia le immaginiamo irose, gelose, apatiche, cornute, immobili, figure per lo più secondarie del dio, figure dell'haremdi Zeus, dio della violenza, dello stupro, della rabbia. L'autrice riscopre dunque il mito di Gaia, nata danzando dal vuoto, di Pandora, depurata dall'ottica di Esiodo che l'aveva bollata come prima donna portatrice d'ogni male, di Temis, la forza che tiene unite le genti (unione e protezione che non prevede la costruzione di mura difensive), di Afrodite, di Atena e della triplice dea lunare Artemide, Selene, Ecate. Le illustrazioni di Patrizia Merendi fanno di questo libro un dipinto. Un testo capace di osare: osare raccontare un'altra storia, una storia intima, scritta nel dna biologico della nostra umanità, osare mostrare il calice del femminile. "Lo scopo di tutta questa ricerca non è quello di ripristinare le strutture culturali preistoriche, ma piuttosto, di trasmettere una possibilità"
Charlene Spretnak, 19-09-2010 |