Tiziana Plebani
Il "genere" dei libri.

Storie e rappresentazioni della lettura al femminile e al maschile tra Medioevo e età moderna

di Liliana Moro


 

Oggi che le donne rappresentano la maggioranza della popolazione scolastica in tutti gli ordini di studi è difficile immaginare che per secoli la cultura europea fosse loro preclusa. Di fatto le scuole superiori e le università, a Parigi come a Oxford o a Padova, impedirono la frequenza alle ragazze fino alla fine dell'Ottocento e oltre.

Ciò ebbe naturalmente diverse conseguenze sul rapporto tra le donne e il sapere e sulla costruzione della stessa cultura accademica, che non poté usufruire del punto di vista femminile nella costruzione dei paradigmi delle varie discipline.

Tuttavia da questa secolare esclusione non sarebbe corretto dedurre una estraneità delle donne alla cultura scritta.

Ce ne informa Tiziana Plebani in questo suo testo, frutto di un'ampia ricerca e di una profonda passione per i libri (non a caso è bibliotecaria alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, dove è responsabile della conservazione e del restauro) che l'ha condotta a indagare rappresentazioni e pratiche della lettura nelle generazioni che ci hanno preceduto.

Scopriamo così che le donne del Medioevo non erano affatto illetterate né tanto meno aliene dal contatto con i libri: ne frequentavano di vario tipo, dai libri di preghiere alle guide per il cucito. Ne facevano un uso collettivo, per lo più, così che un singolo volume era letto e consultato da diverse persone. Si ricordi che prima che la carta venisse importata in Europa dalla Cina, i libri erano oggetti costosi e assai rari, oltre che un po' ingombranti.

Le donne, dunque, grandi lettrici oggi e ieri, avevano modi e tempi di lettura diversi dagli uomini, ma non si mantenevano alla larga dal leggere, nemmeno in epoca pre-moderna.

 

Tiziana Plebani
Il "genere" dei libri.
Storie e rappresentazioni della lettura al femminile e al maschile tra Medioevo e età moderna
FrancoAngeli, 2001
Pagine 240,  € 18,50