"Donne in poesia 2002" lettura, incontro e dibattito tra poete italiane,

si è svolto molto felicemente il 27 marzo scorso, presso la libera Università delle donne, Corso di Porta nuova, 32 a Milano, concludendo il ciclo "Interviste alle scrittrici", curato da Maria Pia Quintavalla, nel segno anch'esso di un'intervista, alla tradizione poetica femminile, com'era consuetudine della biennale nazionale iniziata nell'85, nel suo ruolo originario di continuare ad aggiornarsi su autrici non abbastanza conosciute o sulle opere inedite di poete italiane già note.

Claudia Azzolla, Nelvia Di Monte, Emi Rabuffetti, Silvana Colonna, Antonella Doria, Alina Rizzi, Giovanna Sicari, Mariella De Santis, Annalisa Mastretta, Lisabetta Serra, Ida Travi (nonché per la voce della curatrice Mariella Bettarini, Carmen Gregotti, Gabriella Sica) hanno rinnovato la gioia, l'esplosione delle emozioni vive, legate al godimento delle invenzioni poetiche rivissute nella recitazione diretta delle autrici.

Riprendendo l'auspicio che, nella premessa all'incontro la Quintavalla aveva azzardato e cioè di rilancio, di proiezione di un comune passato nel futuro, durante la lettura poetica stessa lo si è toccato con mano nel gioco di reciproca attenzione, e riconoscimento che, secondo le parole di Claudia Azzolla hanno per un giorno "risarcito" la ferita inferta alla memoria storica di ognuna, il segno di una diaspora o tentativo di cancellazione dell'orgoglio di una generazione, quella delle libertà femminili e delle sue costruzioni di sorellanze antiche e moderne, la riscoperta testimoniata e indagata di un universo simbolico femminile ripopolato nel presente, del nome proprio.

Nella durata dell'incontro e della ricostruzione che vi era sottesa, lontane sono sembrate a tutte le spiagge della indifferenza e del grigiore, della competizione imitativa ed afona, indotte dall'attuale impero del mercato dove sempre più uguali ad un modello di umanità minima veniamo spinte, tutte.

L'assoluta solitudine del lavoro di scrittura di ognuna, per quel giorno, come promessa tacita, restituiva la varietà, la bellezza, la libertà di appartenenze o meno, di riferimenti culturali e letterari riproponendo a noi tutte ed alle nuove generazioni l'avventura e l'azzardo della pluralità di percorso, ed ancora di genealogie, specifiche ed interne al cammino delle scrittrici italiane; da sempre l'intensità, l'evitata dicotomia tra mondo interno ed esterno, un'appartenenza più spregiudicata a cartelli e correnti, nella ricerca più fedele di "parole vere" ha guidato le donne in poesia italiane in un cammino di grande sperimentazione e speranze come Antonia Pozzi e Amelia Rosselli hanno ampiamente mostrato.