Scienziate nel tempo, oggi

Intervento di presentazione alla Casa delle donne
Milano, 11 maggio 2017

Liliana Moro



Il libro di cui parliamo oggi non è un libro, è un progetto, un insieme di attività che abbiamo intrapreso ormai da anni per togliere dal silenzio e dare un volto a tante donne che si sono occupate di scienza.

Tutto è partito con una indagine del Centro Eleusi – Pristem dell'Università Bocconi di Milano avviata nel 1997 con un gruppo di insegnati di scuole superiori, sfociata in una Mostra, "Scienziate d'occidente. Due secoli di storia", riprodotta in un catalogo. Poi la mostra è divenuta itinerante a cura di Sara Sesti: presentata in diverse scuole e luoghi delle donne in Italia, anche da me. Sara ed io abbiamo poi realizzato questo libro che inizialmente conteneva 50 biografie per giungere alle attuali 75.  Sara Sesti è stata anche responsabile per l'Università Statale di Milano della rassegna di film e documentari scientifici "Vedere la Scienza. Sguardi sulle donne di scienza". Completa il quadro la pagina FB Scienziate nel tempo, curata da Sara Sesti. Ben altro che un libro, dunque.

 

Questo è un libro di confine, che attraversa un confine quello tra scienza e storia, e partecipa di entrambe. Per questo è ed è stato così fecondo e innovativo.
Io sono entrata in questa avventura dalla parte della storia, un sapere che mi piace molto perché contiene tutto: i fatti e le persone concrete.

La parola storia, però, significa in italiano sia i fatti sia la narrazione dei fatti (gli inglesi distinguono tra story e history); la storia nel senso di ciò che si racconta non contiene tutto, anzi, fa severe selezioni.

La storia è stata tradizionalmente raccontata dagli uomini quindi le donne -tutte, non solo le scienziate- ne sono state cancellate, non viste. Sono molti i modi di questa cancellazione: li vedrete nella presentazione a video di Sara. Ne ricordo solo due:
- quante laureande, dottorande che hanno fatto una buona ricerca se la sono vista poi pubblicare col nome del relatore? una per tutte: Jocelyn Bell Burnell, (1943) astronoma britannica che ha scoperto le stelle pulsar, ma il merito è andato al suo docente Antony Hewish
- Maude Menten, (1879-1960) chimica, che ha scoperto agli inizi del '900 con Leonor Michaelis la formula delle reazioni enzimatiche; è presentata nei manuali come “il ricercatore” dell'equazione Michaelis-Menten

Le donne, nella storia raccontata dagli uomini, sono anche considerate non influenti o interpretate nel peggiore dei modi:
- le scienziate -come tutte le donne di potere, che partecipano di un potere reale, come è il sapere, la scienza- sono state considerate delle stranezze, delle figure anomale, delle streghe, anticamente. In epoca più moderna sono viste come donne quanto meno poco femminili, che non dovrebbero avere una vita privata da mogli-e-madri come le altre cosiddette “donne normali” cioè le donne che rientrano nello schema patriarcale.
E non dovrebbero essere carine, eleganti.
Ad esempio James Watson nel libro La doppia elica, dove narra della scoperta del DNA, - una scoperta che lui e Francis Crick hanno fatto sulla base delle foto realizzate da Rosalind Franklin, senza peraltro riconoscerne il contributo - scrive che girava per i laboratori con la borsetta, come se questo fosse un problema. Rosalind aveva vissuto a Parigi e le piacevano le belle borse, le cose eleganti, e questo ovviamente non ha nessun rapporto con il suo rigore di ricercatrice.


Momenti della presentazione alla Casa delle Donne di Milano



In copertina abbiamo messo un'immagine di Hedy Lamarr è un'attrice: che c'entra con le scienziate? Ricordata come attrice, è stata anche un’inventrice. Ha lavorato a una tecnica di trasmissione dati lo “Spread spectrum” ora usata per i cellulari e le reti wireless.
Si chiamava in realtà Hedwig Eva Maria Kiesler (1913-2000) Nata a Vienna in una ricca famiglia, da ragazza aveva interrotto i suoi studi di ingegneria per intraprendere una carriera da attrice. Divenne famosa per la sua bellezza e per lo scandalo che provocò nel 1933, per essere stata il primo nudo nella storia del cinema, nel film “Estasi”. Di sé diceva: “Non è difficile diventare una grande ammaliatrice: basta restare immobile e recitare la parte dell’oca”. Ma oca non lo era affatto. Ha contribuito a porre le basi di una tecnologia d’avanguardia, lo “Spread spectrum”, un metodo per impedire le intercettazioni delle onde radio, attraverso continui cambi di frequenza. Si era familiarizzata con il mondo degli armamenti durante il matrimonio con un ricco mercante d’armi, il primo dei suoi sei mariti; lo precisò poi durante la seconda guerra mondiale, contro il regime nazista. Allora i generali Usa non presero in considerazione la proposta sua e del pianista George Antheil. Ora questa tecnologia è usata nella telefonia cellulare e nelle reti wireless, per ridurre le interferenze. Prima di morire, Hedy Lamarr è stata premiata per la sua invenzione e finalmente è stata riconosciuta anche per il suo ingegno. Ora in Wikipedia è definita: attrice e inventrice.
L'abbiamo scelta per la copertina anche perchè è quanto di più lontano dallo stereotipo della scienziata poco femminile.


Le donne sono pioniere, esploratrici, coraggiose, gente che si spinge ai confini del noto e consolidato e li oltrepassa.
La storia della scienza, ma non solo della scienza, senza donne è diventata l'unica, condivisa ovviamente anche dalle donne. Perché le donne di sé pensano quello che gli uomini dicono di loro. Noi abbiamo provato a narrare un'altra storia, a rompere un silenzio.
Per cambiare l'immaginario sulla scienza con la presenza femminile e l'immagine che le donne hanno di sé con le loro capacità scientifiche

Ora siamo orgogliose del fatto che il quadro si sia riempito, arricchito ad opera di molte altre che hanno seguito la traccia o comunque si sono ritrovate sul nostro stesso cammino. Proponiamo alcune letture dei fatti ma ce ne possono essere altre, e ne troviamo sempre di nuove. Forniamo dei dati per chi ha voglia di leggerli.
E' ora che circoli la narrazione delle donne sulla storia: la loro storia e anche quella degli uomini. Le storiche ormai sono molte e hanno proposto nuove narrazioni della storia.


Questo lavoro l'abbiamo pensato nella scuola e come rivolto alla scuola anche come metodo:
la scienza raccontata attraverso le vite è leggibile, comprensibile, perde l'aura di magia e di estraneità, di astrattezza che ci rende succubi e passivi
Le vite sono molto ricche perché sono intreccio di scelte individuali e di collocazioni sociali, culturali, economiche. Per questo abbiamo messo le introduzioni storiche che collocano nel contesto. Vedere i contesti è una specialità femminile che ci piace.

E qualcosa è cambiato nella scuola:
- di sicuro ora molte più scienziate sono conosciute. Nella preparazione della mostra avevamo predisposto un Questionario somministrato a 1000 studenti e studentesse di istituti scientifici, erano note solo Marie Curie, Margherita Hack, Rita Levi-Montalcini. Molte ricerche sono state compiute in questi anni negli istituti superiori e il ventaglio dei volti noti si è allargato;
- molte più ragazze compiono studi e seguono una carriera scientifica, sentendosi perfettamente normali, senza dover rinunciare alla loro femminilità.

E' ora che la massiccia presenza delle donne nella scuola si traduca anche in un sapere diverso, che contenga lo sguardo femminile sulle discipline, in termini di contenuti e anche di metodo.

Ora vedo la prospettiva lunga dell'esistere: le radici che affondano nel tempo e lo sguardo rivolto a chi continuerà la catena, non vista più come costrizione ma come forza di tante mani che si passano i tesori, le cose preziose che ciascuna ha fatto e trasmette, fa circolare, lanciando ponti verso il nuovo, verso il futuro.

 

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