Professione: mamma

messaggio che gira in Internet, segnalato da Cristina Zanini Barzaghi

 

 

 
Elin Danielson

Un giorno (ero andata a ritirare la patente) un'impiegata addetta a trascrivere i dati personali, mi chiese quale fosse la mia professione: rimasi dubbiosa, non ero capace di dare una denominazione al mio lavoro di “mamma” e non sapevo cosa rispondere.

Nell’accorgersi di questa titubanza l’impiegata mi disse:
“Quello che le sto chiedendo è se Lei lavora o semplicemente è casalinga”.
“Certo che lavoro - le risposi - faccio la mamma”.
A questa risposta l’impiegata mi rispose enfaticamente:
“fare la mamma non è considerato un lavoro, scriviamo allora casalinga".

Avevo completamente dimenticato questo episodio fino al  giorno in cui  mi accadde esattamente la stessa cosa: solamente che questa volta fu in un Ufficio Statale.

Il Funzionario che mi ricevette era donna. Indubbiamente una donna in carriera, efficiente, di bell’aspetto e con un grado molto altisonante: “Ispettrice Ministeriale”.

“Qual è la sua occupazione?” mi domandò: quale fu l’impulso che mi spinse a risponderLe in questo modo non lo so, semplicemente le parole salirono da sole sulle mie labbra:

“Ricercatrice Associata nel campo delle Problematiche del Disagio Infantile e delle Relazioni Umane".

La funzionaria  si bloccò, la penna si fermò per aria e mi guardò come se non avesse capito bene. Ripeté lentamente il nome della professione, ponendo particolare enfasi nelle parole più importanti. Poi mi osservò stupita, come se la mia forbita risposta fosse scritta a caratteri cubitali  nel registro ufficiale.

“Mi permetto di domandarle - mi disse la funzionaria con aria di rispetto - in quale campo svolge esattamente la sua attività di ricerca?”

Con voce molto calma e posata mi ascoltai risponderLe: “Il campo della mia ricerca è molto ampio (quale madre può dire il contrario?), è sia pratica che teorica (normalmente avrei detto sia in casa che fuori). Lavoro in proprio (la famiglia al completo) ed ho già quattro collaboratori (i miei figli) in considerazione del fatto che la maggior richiesta di lavoro è proprio nel campo del sociale e su queste problematiche (quale mamma non è d'accordo?) e che normalmente lavoro 14 ore al giorno (in realtà ne necessiterebbero molte di più, direi le 24). Questa professione necessita di molteplici competenze, più di qualsiasi  altra attività.”

Si poteva percepire una sempre crescente nota di rispetto nella voce della funzionaria, a mano a mano che proseguiva nel completare il questionario.

Una volta terminato, si alzò per accompagnarmi personalmente alla porta.

Tornata a casa, emozionata per la mia nuova professione, mi vennero incontro i miei 3 collaboratori, di 13, 7 e 3 anni di età. Dal piano di sopra proveniva il suono del nostro ultimo modello per lo sviluppo dell'infanzia (6 mesi di età), intento a provare una nuova tonalità per diventare campione di vocalizzazioni.

Mi sentivo trionfante! Avevo imbrogliato la Burocrazia!!!

Ero trascritta nei registri ufficiali come persona di indispensabile e particolare riguardo per la società, piuttosto che "solamente come mamma".