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      La biografia di Maryam Radjavi 
       
        
      Neshat 
       
      Maryam Radjavi è nata nel 1953 in una famiglia di classe media a Teheran. 
      Madre di una ragazza di 21 anni, Maryam è ingegnere in metallurgia 
      dell'università di tecnologia di Teheran. Comincia le sue attività contro 
      lo Scia’ negli anni 1970 dopo la sua entrata all'università, diventa 
      rapidamente una dirigente del movimento che studia e raggiunge Mojiahedin 
      del popolo, un'organizzazione musulmana, democratica e nazionalistica che 
      raccomanda l'instaurazione di un governo democratico, pluralistico e laico 
      in Iran.  
       
      Il regime dello Scia’ uccide una delle sue sorelle, Narguesse, e quello di 
      Khomeini ne assassina un'altra, Massoumeh, che muore sotto la tortura nel 
      1982, incinta d’otto mesi, anche suo marito, Mahmoud Izadkhah, è stato 
      ucciso.  
       
      Dopo la caduta della monarchia, Maryam diventa il responsabile della 
      sezione sociale del Mojahedin, che svolge un ruolo chiave nell'adesione 
      degli studenti e dei liceali, mentre l’organizzazione dei Mojahedin emerge 
      come il principale movimento d'opposizione al regime dei mullah. Nel 1980, 
      si presenta alle elezioni legislative a Teheran e, nonostante le frodi 
      massicce dei mullah, ottiene più da un quarto di milione di voti.  
       
      La Sig.ra Radjavi svolge un ruolo decisivo nell'organizzazione di due 
      manifestazioni pacifiche principali a Teheran in aprile ed in giugno 1981 
      contro la dittatura nascente. Il 20 giugno 1981, gli iraniani immergono 
      nel terrore khomeinista. Decine di migliaia di persone sono state 
      arrestate o uccise.  
       
      Nel 1982, Maryam parte per Parigi. Risulta rapidamente la donna più 
      energica e più capace del movimento. È finalmente eletta CO-leader dei 
      Mojahedin in 1985. Quattro anni più tardi, nel 1989, essa è eletta 
      segretario generale dei Mojahedin dal congresso del movimento. 
       
      Una svolta 
       
      Nell'agosto 1993, il Consiglio nazionale della resistenza iraniana, il 
      Parlamento in esilio, elegge Maryam Radjavi il presidente futuro della 
      repubblica per il periodo transitorio dopo la caduta dei mullah.  
       
      Si dimette allora dalle sue altre funzioni per dedicarsi interamente alle 
      sue nuove responsabilità. La sig.ra Radjavi fa conoscere la resistenza 
      sulla scena internazionale, dirigendo una campagna mondiale per denunciare 
      le violazioni dei diritti dell'uomo in Iran, l'esportazione del terrorismo 
      e dell'integralismo con i mullah, i loro sforzi per acquisire armi 
      nucleari, e presentare gli obiettivi della resistenza all'opinione 
      pubblica internazionale.  
       
      Nella sua nuova veste del presidente della repubblica eletta, Maryam 
      rappresenta una sfida ardua politica, sociale, culturale ed ideologica ai 
      mullah al potere. Sotto la sua direzione, le donne hanno raggiunto 
      posizioni chiave nelle file della resistenza. Le donne formano la metà dei 
      membri del CNRI. Occupano responsabilità nei comandi politici, 
      internazionali e militari della resistenza. Un terzo dei combattenti 
      dell'esercito di liberazione nazionale iraniana e numerosi dei suoi 
      comandanti sono donne.  
       
      Maryam dà numerose conferenze sull'argomento che lei tiene maggiore cura, 
      la versione moderna e democratica dell'islam contro l’interpretazione 
      reazionaria ed integralista di questa religione. Per lei, la più gran 
      distinzione tra queste due visioni diametralmente opposte, è la situazione 
      in cui versano le donne.  
       
      L'elezione di Maryam Radjavi dà alla società oppressa d’Iran, specialmente 
      alle donne, una nuova speranza in un futuro migliore. La sua elezione ha 
      un impatto molto così profondo e dinamico sugli iraniani che vivono 
      all'estero. Numerose delegazioni della diaspora di quattro milioni 
      d’iraniani, fra gli strati più istruiti della società, vengono a trovarla 
      a Parigi.  
       
      Maryam Radjavi mira anche all'eredità ricca, ma minacciata, dell'arte e 
      della cultura in Iran. Numerosi cantanti, intellettuali, artisti, pittori, 
      scultori, poeti ed autori famosi pubblicano il loro sostegno al suo 
      programma per un Iran libero e laico. In Maryam Radjavi, i mullah scoprono 
      un'antitesi in tutti i sensi del termine: una donna che rappresenta tutto 
      ciò che disprezzano. È per questo che gli iraniani di tutta la gamma 
      politica gli portano il loro sostegno e che diventa un vero simbolo 
      dell'unità nazionale contro la tirannia religiosa in Iran. 
       
      La carta della libertà 
       
      In un discorso, dinanzi a 15.000 iraniani, a Dortmund il 16 giugno 1995: 
      la signora Radjavi presenta una "carta delle libertà fondamentali" in 16 
      punti per l'Iran dopo la caduta dei mullah. Nel suo discorso, la signora 
      Radjavi dichiara che l'amore per la libertà è la forza motrice del 
      movimento della resistenza. Senza di ciò, dice lei, "non saremmo potuti 
      restare fermi contro la dittatura vigente.”. La nostra nazione ha pagato 
      il prezzo della libertà con 120.000 caduti.”. Maryam Radjavi presenta 
      anche il principale programma della resistenza per l'Iran di domani, che 
      rileva l'impegno della resistenza nella libertà d'espressione, d'opinione, 
      della stampa, di parti e d’associazioni politiche, come pure nelle 
      elezioni libere. Rileva che le elezioni saranno l'unica base della 
      legittimità di un governo. 
       
      L'integralismo islamico ispirato da Teheran costituisce la più gran 
      minaccia alla pace ed alla stabilità del mondo. Maryam Radjavi pensa che 
      non si possa combattere l'integralismo con una cultura anti-islamica. Il 
      solo modo di fargli faccia, sono con un'interpretazione moderna e 
      democratica dell'islam. Nella promozione di questa visione dell'islam, la 
      resistenza iraniana presenta un viso tollerante e contemporaneo dell'islam 
      e respinge le avventure dei mullah sotto il vestito della religione.  
       
      "che non ci sia nessun dubbio", dice -lei, "i commercianti di religione 
      che dirigono l'Iran in nome dell'islam, ma spargono il sangue, reprimono 
      il popolo e raccomandano l'esportazione dell'integralismo e del 
      terrorismo, sono i nemici peggiori dell'islam e dei musulmani. Verrà il 
      giorno in cui saranno forzati di abbandonare il nome dell'islam.” 
       
      Maryam Radjavi vista dagli altri 
       
      Una maggioranza della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, luglio 
      1992:  
      "Il Consiglio ha democraticamente eletto una dirigente capace, una 
      musulmana, una donna, come risposta all'integralismo islamico.” 
       
      425 parlamentari britannici, giugno 1995:  
      "Il sostegno alla CNRI ed al suo presidente della repubblica eletta, che 
      riflette le aspirazioni di una vasta gamma del popolo iraniano, accelera 
      l'instaurazione della democrazia in Iran e contribuirà al restauro della 
      stabilità nella regione.” 
       
      Gary Ackerman, membro della camera dei rappresentanti americana, 28 luglio 
      1997:  
      "Il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana ed il suo presidente 
      della repubblica eletta, la signora Maryam Radjavi, ha girato una nuova 
      pagina della storia dell'Iran.”. È dunque necessario che questo Consiglio 
      e la presidenza della signora Radjavi riceve un sostegno internazionale.”. 
       
      Georgie Anne Geyer, autore e giornalista americano, Washington Times del 
      26 agosto 1994:  
      "Nella mia carriera di trenta anni di corrispondente all'estero, ho 
      intervistato molti dirigenti" insoliti "- ma penso che abbia finalmente 
      trovato più la stupefazione straordinaria.”. Si chiama Maryam Radjavi. È 
      stata eletta il presidente "futuro dell'Iran" dalla resistenza iraniana 
      ascendente, e considera pazzi i mullah iraniani che odiano le donne! 
       
      "Così eloquente com’è potuto esserlo sulla libertà degli iraniani - e 
      particolarmente la libertà delle donne - è rapidamente diventato 
      chiaramente che questa donna colta di 41 anni è una personalità da 
      seguire...”. È così Maryam Radjavi che è rapidamente diventato la fonte di 
      speranza nella quale gli iraniani liberali e moderni che soffrono così a 
      lungo, possono trovare qualsiasi tipo di speranze... È diventata il 
      simbolo di qualcosa di nuovo - la donna islamica modesta ma attiva. 
       
      Lord Eric Avebury, 21 giugno 1996:  
      "La sua presenza qui (a Londra) è stata notata da The Independent e Times, 
      che lo aveva in precedenza scelta fra le cento donne più potenti della 
      terra...”. Ma tutti quelli che hanno incontrato la signora Radjavi e 
      l’hanno ascoltata non possono dubitare che abbia raggiunto il vertice a 
      causa delle sue qualità di dirigente ed il suo impegno alla causa della 
      democrazia e dei diritti dell'uomo.”. 
       
      William Nygaard, editore norvegese, 31 ottobre 1995:  
      "È carismatico e possiede opinioni molto interessanti su come l'islam come 
      religione può essere democratico nella società, che non esiste una 
      contraddizione tra l'islam e la democrazia ed i valori umani. 
       
      Fawzia Mehran autore Egiziana di reputazione, 26 giugno 1996:  
      "Il suo messaggio è quello del futuro e la sua rivoluzione conoscerà la 
      vittoria.”. Lo zénith dei nostri sogni si comprende in Maryam Radjavi. 
      Credo che con il suo aiuto raggiungiamo presto la vittoria. Questa 
      rivoluzione trionferà presto e cambierà il corso della storia.”. 
       
      Nin Karin Monsen, filosofo ed autore norvegese, 12 luglio 1996:  
      "La compassione impressionante di Maryam ed il suo carattere storico 
      rivelano una donna completamente diversa dalle donne famose della nostra 
      storia.”. Nella sua visione politica per il futuro dell'Iran, può 
      realizzare cose alle quali le norvegesi possono soltanto sognare. Il suo 
      carattere ed il suo appello alla libertà indicano un islam basato 
      sull'amore dell'umanità e situato ad anni luci dall'interpretazione 
      terroristica dei mullah. Si può comparare Maryam Radjavi a capi come 
      Abraham Lincoln, Mahatma Gandhi e Nelson Mandela. È anche una gran 
      riformatrice religiosa, che fa con l'islam ciò che Martin Luther King ha 
      fatto con il cattolicesimo. Maryam Radjavi può cambiare la storia.” 
  
       
       
      per maggiori 
      informazioni 
      
      donneiran@yahoo.it 
 
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