LA
ROSA BIANCA
di Gianna Beltrami
Film di grande intensità emotiva che racconta l'ultimo mese di
vita di Sophie Scholl ( interpretata dall'attrice Julia Jentsch)
una studentessa ventenne ghigliottinata dai nazisti nel 1943.
Il gruppo "La rosa bianca" - di cui sinceramente
non avevo mai sentito parlare - era costituito da giovani oppositori al
regime di Hitler ed operava prevalentemente a Monaco. Questo gruppo ispirato
a un grande senso della libertà e del rispetto civile era anche
improntato a una fede religiosa protestante.
Sophie e il fratello vengono sorpresi mentre collocano volantini nell'università
che entrambi frequentano e la storia parte da questo fatto per mostrare
la determinazione e la lucidità di questa giovanissima eroica ragazza.
Lei ha una dignità e una lucidità , di atteggiamenti e di
pensieri, insospettabili in una ragazzetta così semplice e quasi
ingenua. La forza spirituale le viene anche dal padre che l 'ha cresciuta
augurandole "una vita onesta e libera, anche se difficile",
ma entrambi i genitori abbracciandola poco prima che fosse giustiziata
le esprimeranno una grande fierezza per la sua scelta.
Il racconto ha un ritmo incalzante e drammatico ed è ambientato
prevalentemente negli spazi crudi e nudi di un carcere. Nonostante i pesanti
interrogatori e l'arroganza dei nazisti inquisitori e giudici, nonostante
le manette, la figura della ragazza è illuminata da una grande
luce che non la fa mai apparire annientata. I nazisti vorrebbero che lei
abiurasse e si riconoscesse colpevole di avvilimento dei tedeschi combattenti,
di favoreggiamento del nemico e di tradimento a quel regime che -le sottolineano-
le concedeva di frequentare gli studi universitari. Non c'è odio
in Sophie né vendetta, lei continua a proclamarsi apolitica e amante
solo della verità e della libertà.
Il regista tedesco Marc Rothemund racconta questa storia senza
retorica aderendo perfettamente allo spirito libertario della sua eroina.
Il film è stato premiato al festival di Berlino 2005.
19.12.05
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