Il regista di matrimoni

di Gemma De Magistris

 

"Il regista di matrimoni" è un film straziante, ricco di una continua tensione emotiva alla quale il regista Marco Bellocchio ci ha abituati specialmente negli ultimi anni.
La sua costruzione è spiazzante, il racconto volutamente esplode in mille piccole schegge che costringono lo spettatore ad una paziente e dolorosa interpretazione, le immagini vanno oltre, ci dicono tutto quello che non si può percepire solo con le parole, esse assumono una funzione metafisica.
Eppure, in questo caos apparente, Bellocchio ci propone con sconvolgente lucidità tutta la sua personale visione del mondo in un'opera ricca di infinite chiavi di lettura.
Centrale, molto più di quanto appaia, è l'aspetto politico.

Il regista ci mostra un'Italia paralizzata, incapace della seppur minima percezione della realtà, solo Elica (Sergio Castellitto) è ancora capace di vedere e di provare orrore per le azioni delle persone che incontra dettate esclusivamente da interesse, fanatismo (in un paese devastato non possono che prosperare le forme più intransigenti di religione) e vanità.
Elica, trasportato dal destino in un paesino siciliano ammantato di splendore decadente, si trascinerà verso l'incontro atteso con la triste principessa Bona (una intensa e misteriosa Donatella Finocchiaro) ineluttabilmente condannata alle nozze (significativa la sottolineatura della volgarità della famiglia dello sposo: la madre, dopo aver commissionato ad Elica il film del matrimonio, lo ammonisce ricordandogli che la sua arte è praticabile solo grazie al duro lavoro di tutti gli altri) per evitare al padre (al quale Sami Frey conferisce un'ambiguità raggelante) il disonore del tracollo economico.
Durante il suo vagare Elica incontra Smamma (straordinaria e ricca di sfaccettature l'interpretazione di Gianni Cavina), un suo collega regista che si è finto morto su consiglio della produzione per ottenere finalmente un premio (il David di Michelangelo).
Smamma violentemente e svelando la sua impotenza, ammonisce l'amico: non è l'amore che fa girare il mondo ma l'odio e il disprezzo per gli altri.

Ma non è così: una volta ottenuto il premio tanto desiderato a Smamma non resta che il suicidio (in Italia solo i morti contano) mentre Elica, abbandonati i residui dubbi e spinto dall'Amore, riporterà Bona alla vita trascinandola via dalle nozze.
L'aiuto del maturo Elica alla giovane principessa è dettato dalla consapevolezza della responsabilità di una generazione ancora capace di intravedere e di trasmettere, pena l'annullamento dei rapporti umani, questa capacità ai giovani più sensibili. Non a caso Bona volerà (in senso letterale, svaporerà) via da Elica per cercare di meglio. I due (in una delle scene più intense del film), nel treno che li porta via immagineranno, felici, di stare ancora l'uno accanto all'altro come del resto sarà oltre la presenza fisica.
Lo scampanellio finale all'interno del treno ci ricorda, infine e beffardamente, che di questi due appestati abbiamo tutti un improrogabile bisogno.



27- 04- 2006