Berlusconi, Grillo, Renzi

Lea Melandri




 Il “nuovo”  (la “modernità”) che avanza o quello che c’è di più “antico” nell’esperienza umana, e che la politica ha creduto di poter escludere dalla sfera pubblica  -corpo, sessualità, sentimenti, emozioni, fantasie, quotidianità, ecc.- e che ora la invade in modo incontrollato?

 

Dopo la diretta di ieri sull’aula di Montecitorio e i giornali di oggi si può dire che sul corpo di Renzi  -postura, movimenti delle mani, espressioni del viso, linguaggio, ammiccamenti, ecc.- sappiamo molto di più che del suo programma di governo.
Che la sempre più rapida modificazione dei confini tra privato e pubblico avrebbe portato sulla scena del mondo aspetti dell’umano inspiegabilmente confinati nella “natura”, nella vita intima, nonostante la loro evidente universalità, l’avevano intuito i movimenti degli anni ’70, interrogando l’ “agire politico” e le sue potenzialità rivoluzionarie, una volta che si fossero riconosciuti i legami tra individuo e società, sentimenti e ragione, inconscio e coscienza.

Sulla rivista “L’erba voglio’ scrivevamo:
“Per poter veramente lavorare con la gente, per poterla concretamente toccare, bisogna passare, e non è ironia, proprio attraverso i suoi sogni”.
“Le nostre idee, che ci augureremmo di sentir fischiettare la mattina dal garzone del fornaio, propongono comportamenti, modi di agire anche insoliti; e questi movimenti reali, di tutto il nostro corpo, a loro volta criticano seriamente le nostre idee.”
Perché allora penso che il terremoto portato da Berlusconi, Grillo, Renzi alla politica “separata” –ai suoi rituali, al suo linguaggio codificato-  sia un esito deformante e pericoloso rispetto agli sviluppi che avevamo immaginato in quegli anni?

Altro è ridefinire la politica sulla base di tutti quegli aspetti dell’umano di cui si è mutilata, nel momento in cui ha consegnato come destino della donna la conservazione della vita, altro è consegnare alla figura di un capo le armi più facili per creare consenso di “popolo” : la mobilità corporea, il linguaggio della quotidianità, la sollecitazione dei sentimenti, la mozione degli affetti, il richiamo ai sogni, l’invito a vedere la palingenesi nella propria persona.

Sapevamo che c’era tanta strada da fare. Forse abbiamo sottovalutato gli ostacoli che avremmo incontrato.

 

26 febbraio 2014