La passione secondo Renée Vivien

di Adriana Perrotta Rabissi  

 

  

 

Maria Mercè Marçal è considerata  una delle maggiori scrittrici catalane contemporanee. Nata nel 1952, è stata protagonista del rinnovamento poetico verificatosi in Catalogna a partire dagli anni Settanta. Nella sua breve vita, è morta nel 1998, ha scritto dieci raccolte di poesie, ha insegnato lingua e letteratura catalana, ha fondato con altri poeti una casa editrice per dare visibilità ai giovani poeti e alle giovani poete, si è occupata del recupero della lingua catalana, abolita dal franchismo. Ha tradotto numerosi testi, da Marguerite Yourcenar a Marina Cvetaeva, da Colette a Anna Achmatova. Si è sposata con un poeta, con il quale ha convissuto 4 anni,  ha avuto una figlia, che ha cresciuto da sola e che ora cura con la compagna di Maria la Fondazione a suo nome di Barcellona. E’ stata lesbica e femminista.
Ha scritto soprattutto poesie, La passione secondo Renée Vivien è  il suo unico romanzo,  tradotto per la prima volta in Italia, è il romanzo della maturità, se così si può dire in relazione alla sua breve vita,  è stato accolto con grande apprezzamento e ha vinto i più importanti premi letterari spagnoli. E’  la biografia romanzata  di una poeta di inizio Novecento,  Pauline Mary Tarn  (1877- 1909), inglese di nascita e francese di adozione,  autrice di dodici raccolte di poesie, di traduzioni  da Saffo e da poete  greche,  di racconti,  di un romanzo e di una biografia storica,  Pauline assunse lo pseudonimo Renée Vivien,.
Frutto di dieci anni di lavoro, condotto sulla base di viaggi alla ricerca di fonti costituite da  “manoscritti e bibliografie di ogni tipo e […] lettere e poemi inediti”(p.341),  il romanzo presenta una struttura complessa, un incastro a scatole cinesi:  ci sono una narratrice,  un personaggio inventato di nome  Sara T., che è una sceneggiatrice  intenta a scrivere la sceneggiatura di un film su Vivien, e molte/i altre/i : poete,  poeti e intellettuali che hanno frequentato a vario titolo Natalie Clifford Barney (grande amore di Renée), quasi tutti realmente esistiti, e che sono stati coinvolti in rapporti di amore, stima, amicizia con Renèe, tutte e tutti protagoniste/i della effervescente vita culturale della Parigi di inizio secolo; in questo modo Renée funziona anche da prisma che  scompone le vite e i pensieri di chi le ruota attorno, rivelandone i diversi tratti caratteriali.
 Si tratta quindi di una biografia scritta da  Marçal, poeta, su una poeta apprezzata ai suoi tempi e in seguito trascurata e dimenticata. Ci si salva dalla morte, cioè dalla definitiva cancellazione, forse,  per mezzo della fama che permette il ricordo, fama ottenuta con la scrittura: “La parola scritta può essere, semplicemente, quest’altra memoria che perdura  più di noi e dà un poco di tregua alla nostra morte?” (p. 215) si chiede  una amante di Renée.
Con la sua scrittura Marçal ottiene il duplice risultato di far emergere dall’invisibilità e dal silenzio(p. 341) vita, pensieri e poesia di una donna e di soddisfare la necessità di un confronto tra la propria esperienza e quella di un’ altra, al fine di raggiungere una maggiore conoscenza di se stessa.
Per evitare, però, di rimanere intrappolata in una dimensione di adesione empatica e acritica,  rischio tanto più possibile per le numerose somiglianze tra la propria vita e quella di Renée, pur se vissute in tempi e luoghi differenti tra loro, Marçal moltiplica gli sguardi da cui ricostruire l’esperienza di vita e di poesia della sua  protagonista, e affianca alla ricercatrice Sara T. la narratrice, portatrice di uno sguardo esterno allo stesso sguardo di Sara. 
Vari sono i registri espressivi impiegati da Marçal nel corso della  narrazione:  da quello “caustico e mordace”, al grottesco, all’ironico, al lirico, al sacro- sacrilego, come si conviene al racconto di una passione, sull’esempio della passione per eccellenza della nostra cultura. Così il  romanzo si apre con un’introduzione che Marçal intitola Introito, nel quale la narratrice racconta il sogno di Sara durante il suo quinto  viaggio a Parigi  alla ricerca di notizie, nel sogno appare un l’Angelo dell’Annunciazione che parla a Sara in una lingua che lei non   comprende perché  è “una lingua della quale non si possiede il codice;  nel corso del racconto, di fronte ai dubbi sull’efficacia della ricerca Sara si convincerà che tutti i suoi problemi sarebbero stati risolti se avesse posseduto le chiavi per comprendere e decifrare la Rivelazione dell’Angelo.
Il romanzo si snoda attraverso le carte private dei vari personaggi, e soprattutto di Sara:  lettere, pagine di diario, riflessioni sui percorsi della ricerca, sulla natura del desiderio, sui comportamenti nella relazione d’amore tra donne,  sulla condizione delle donne nell’ordine del discorso dominante e  sulle  conseguenze  della ribellione a questo ordine, e inoltre sul rapporto corpo- parola-scrittura
A volte l’atmosfera risulta fantastica, un po’ da  Mille e una notte, c’è un riferimento non casuale al poeta medievale persiano  Saadi.
Marçal-Sara si pone come una Sherazade che si salva la vita narrando.
               

5  marzo 2008

 

Maria Mercè Marçal
La passione secondo Renée Vivien
traduzione e postfazione di Brunella Servidei,  Ferrara
Luciana Tufani Edizioni, 2007
pp.359, Euro15

home