Uscire dai confini dell'impero

di Giovanna Romualdi
 


Parliamone anche se penso che l'orrore, la volgarità, l'oscenità delle immagini fanno completamente sparire il problema del genere dei soggetti che hanno compiuto le azioni. Forse quello che Lietta Tornabuoni chiama indifferenza è sostanzialmente il riconoscimento che al centro di questi spaventosi episodi c'è questa cultura che ricorre alla violenza per gestire i conflitti, per dimostrare chi è più forte.
 
Le poche volte che qualche amico (maschilista che si trasforma in persona attenta alle donne) mi chiede cosa diciamo noi donne di fronte a questo coinvolgimento, accusandoci di dire che noi donne siamo meglio.., mi rifiuto di entrare in questo gioco di parole. Le immagini stanno lì a dirmi che - come hanno detto bene in un loro documento le donne Udi - o arriviamo ad un nuovo patto fra donne e uomini o andiamo a fondo. Gli esempi nella storia non mancano, quanto a coinvolgimenti di donne. Ho visto recentemente a teatro "Lasciami andare, madre" dal libro di Helga Schneider. La madre kapo molla i figli e segue la causa nazista fino ai campi di sterminio. Le soldatesse americane seguono gli ordini "annientare i nemici" in nome della democrazia! bel colpo!
 
Lascio alla chiesa cattolica l'uso del "genio femminile" per stravolgere la portata trasgressiva delle pratiche e della cultura delle femministe e di quelle donne che sono uscite dai confini dell'impero del padre.

Il problema è come e cosa comunichiamo per rompere la gabbia simbolica in cui molte e molti sono rinchiusi.
E' un po' poco? non lo so