Rosetta Papa, La ragazza con il piercing al naso

Luisa Mondo

 

La ragazza con il piercing al naso si chiama Pina ed è l’unica a comparire due volte nel libro, pur non essendo né in gravidanza né mamma né malata né in cerca di un contraccettivo.
La ragazza con il piercing al naso ha un nome semplice, oserei dire genuino, ed una storia che sembra di molti anni fa. Alla sua prima apparizione nel libro, cerca sostegno per continuare a studiare: è costretta a fare tante assenze per accompagnare la mamma in ospedale e, se va a scuola, quando torna deve occuparsi della famiglia.
Quando la ritroviamo, tutto è già dolorosamente accaduto: è orfana e, per curare i fratellini, ha  lasciato la scuola. Non una scuola qualsiasi, ma il liceo, scelto contro il parere della madre che desiderava “imparasse un mestiere”. Lei, con determinazione, chiede di riavvolgere il nastro della sua breve vita, l’ultimo tratto in particolare, e capire se la diagnosi precoce avrebbe modificato la storia di sua mamma. Storia che, in ultima analisi, è la sua.

La ragazza con il piercing al naso, con il suo destino, ti graffia. A fondo.
Ma non scherzano nemmeno le altre donne.
Intanto perchè tutte le vicende narrate, malgrado siano presentate in maniera avvincente come un romanzo,  sono vere e quindi appartengono a ciascuno di  noi anche se non sono direttamente la nostra.  Poi perché sono tutte storie emblematiche: in questo libro si parte dal singolo per arrivare al tutto, o viceversa, si parte dalla storia, dall’entrata in vigore di una legge, da uno studio scientifico per arrivare alla bambina, alla ragazza, alla donna, alla coppia (uomo donna, ma anche mamma e figlia, zia e nipote, amiche) ed al motivo che le ha condotte in quel consultorio di periferia o in ospedale.
Ci troviamo di fronte ad un'autobiografia professionale di cura di donne a Sud della salute.
Rosetta Papa, l’autrice, ci parla di Interruzione Volontaria di Gravidanza.

Ci narra e fa raccontare alle “sue” donne com’era difficile e pericoloso interrompere una gravidanza della legge 194/78 (e purtroppo, talvolta, anche ora) e di com’è complicato, talvolta, anche oggi tra obiettori che aumentano di anno in anno e donne che vengono ricoverate per un’improvvisa epidemia di “aborti spontanei” che forse così “naturali” non sono.
L’autrice ci racconta di  contraccezione a lungo termine, di com’è poco applicata. E racconta un episodio di ordinaria malasanità in cui la contraccezione d’emergenza è difficile da trovare: un diritto esigibile trattato come una colpa.
Si parla di cancro. Ne parlano le sopravvissute, ma soprattutto l’autrice affronta lucidamente il perché ci troviamo di fronte alle malattie neoplastiche tra inquinamento e altri fattori di rischio.
Poi ci sono le diseguaglianze, che, come afferma Michel Marmot, se la malattia rende poveri, la povertà fa ammalare e quindi non mancano le prescrizioni “modulate” sulla semplicità delle pazienti Infine, più attuale che mai, la salute in tempo di crisi.

I dialoghi anziché spezzare la narrazione l’arricchiscono, lo stile è vivace, fluente, coinvolgente.
Si tratta di un libro che offre, allo stesso tempo, spunti di riflessione, materia di studio, possibilità di discussioni e impiego per docenze data la ricchezza delle argomentazioni trattate e degli approfondimenti. Vi sono ben 156 note che riportano a riferimenti interessantissimi, imparziali ed autorevoli che permettono di approfondire i temi trattati rendendo il testo anche un utile manuale da tenere a portata di mano. Anche perchè il tutto è scritto con l’autorevolezza di chi è saggio e “sa” abbinata alla trascinante simpatia di una donna del Sud.

Chiudo con la splendida considerazione che l’autrice fa in merito alla ragazza con il piercing al naso  ed al suo bisogno di capire. “Per questo provo compassione per Pina e per quel suo punto di domanda, ora così agguerrito e determinato a reclamare le sue risposte, a comprendere i suoi perchè, senza nemmeno pretendere un risarcimento formale, un qualunque riconoscimento del danno. Prevedo la fatica che gli costerà questa ricerca. Finirà con il mutare durante il cammino, fin quando, stanco per il troppo tempo passato a cercare e rincorrere chi  non vuole incontrarsi con lui, da punto interrogativo si troverà a convertire la sua forma in punto esclamativo, perdendo il suo attributo più esclusivo: la curvatura, che, nel suo mondo, quello della punteggiatura, gli garantisce un ruolo da capo, panciuto e direttivo, e si trasformerà da simbolo di domanda, quindi metafora di una interlocuzione dinamica e plurale, a immagine di stupore e sgomento, anche indignazione forse, ma ormai isolato. E poi pian piano finirà col diventare semplicemente un punto, come tanti, senza significato, senza esigenze e senza rivendicazioni. Un punto e basta. E l’oggetto del suo inseguimento, se si fermerà per guardarsi alle spalle, non si accorgerà nemmeno della sua presenza.” Teniamoli stretti i punti interrogativi, nostri e delle persone che incontriamo lungo il cammino umano e professionale. Sono il “salvagente” migliore che ci  sia.

 

Rosetta Papa, La ragazza con il piercing al naso
Racconti di donne a sud della salute
Gruppo Albatros Il Filo, dicembre 2012, € 12,9

 

11-03-2013

home