Rosaura Galbiati, Crescere tra oceani.
Liliana Moro


“Gli animali appartengono a una realtà multicolore, come la si può immaginare attraverso un caleidoscopio”

Inizia così questo libro singolare, molto singolare.
L'Autrice ci narra di animali, cosa abbastanza frequente, ma non lo fa sostituendosi all'animale, fingendo di collocarsi al suo interno, prestandogli pensieri umani, cosa che cancellerebbe la sua “animalità”, e che la porrebbe nel solco di una millenaria tradizione, si pensi alle fiabe di Esopo.

Galbiati sceglie un altro approccio: si pone in una posizione di profonda empatia ma senza azzerare la differenza uomo-animale, il che le permette di entrare ancor più in relazione con i “sentimenti” il sentire delle creature che sceglie.

Qui troviamo un'altra particolarità: la scelta degli animali protagonisti dei tre racconti che costituiscono questo libro. Sono un balenottero, un'orca e un cucciolo di leone marino: non proprio dei pet da coccolare sul divano.

Ma ciò non le impedisce la comprensione e la vicinanza

“Tahlequah ha circa vent'anni ed è alla sua seconda gravidanza, ma il suo cucciolo è nato e poi è morto. E' difficile accettare un avvenimento simile quando si è portato in grembo il figlio per un anno e mezzo, non può che esserci sgomento”

Tahlequah è un'orca. Nel racconto precedente Galbiati ci aveva narrato come un branco di orche avesse ucciso la balena grigia che viaggiava col suo piccolo al fianco: avrebbero potuto rappresentare il cattivo per eccellenza. Ma non ci sono nemici assoluti in natura, anche se c'è la crudeltà e la fatica del vivere.

L'empatia, la comprensione dei sentimenti è profonda, soprattutto attenta al rapporto madre/figlio visto anche dalla parte del figlio, del piccolo che dipende totalmente da chi l'ha partorito. Indimenticabile l'incipit del racconto “Il cucciolo di leone marino” che trasmette con grande efficacia l'angoscia dell'attesa della madre, fonte di vita, di cibo e sicurezza.

Perché gli animali di cui si occupa sono dei mammiferi, vivono in acqua da mammiferi. Su di essi ho imparato moltissimo, tutto ciò che l'Autrice racconta è scientificamente fondato.

Anche la scelta ha basi scientifiche:

“Da tempo, l'uomo ha intuito che i cetacei sono creature non del tutto differenti da sé ,,, se la specie dei sapiens ha sviluppato una testa atta a gestire complesse strutture sociali, sempre nuovi studi suggeriscono che le menti dei cetacei sono progredite nello stesso modo: cervelli sociali per comportamenti evoluti”


Su questo si sviluppa la narrazione coinvolgente come un giallo, appassionante e variegata, precisa nel denunciare i danni provocati dall'uomo che rendono difficile la sopravvivenza di questi grandi animali. Ancor più netta nell'indicare le vere e proprie crudeltà messe in atto contro di loro da organizzazioni che lucrano su queste - e altre – creature.

Il titolo, Crescere tra oceani, sottolinea il fatto che in qualche modo il vero protagonista è l'oceano, con le sue onde altissime, le tempeste e le bonacce, gli spazi amplissimi e le profondità oscure; le calde lagune californiane dove le balene vanno a partorire e le spiagge antartiche che ospitano le colonie di leoni marini. Tanto che ci sentiamo soffocare come le orche costrette nelle piscine dei parchi acquatici.

Un libro che tiene fede all'intento di introdurci a una realtà ricca e multicolore, da preservare, di cui prenderci cura, a iniziare dalla conoscenza perché la loro vita

“... è una miniera di apprendimenti per gli esseri umani che vogliono prestare attenzione, che intendono ascoltare il molto che gli animali hanno da insegnarci... Che sono disponibili a vedere somiglianze che possono trasmetterci un senso di profonda connessione.”

A patto di trovare chi, come Rosaura Galbiati, ci guidi in questo viaggio entusiasmante.



Rosaura Galbiati, Crescere tra oceani. Racconti,
LuoghInteriori, Città di Castello, 2024

11-03-2024

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