Rosaura Galbiati, Spirito selvaggio. Le stagioni della vita Liliana Moro
“Eppure, io credo che se ci fosse un po' di silenzio, se tutti facessimo un po' di silenzio, forse qualcosa potremmo capire. Federico Fellini”
L'Autrice ci invita a far tacere la ridda di voci e suoni dissonanti di cui si compone normalmente la nostra giornata e ci conduce in un luogo silenzioso, anche se molto abitato. In realtà il silenzio del parco nazionale del Denali, la zona subartica narrata nel libro, è percorso da molti, vari e anche potenti suoni: rocce che franano, fiumi che scorrono, ululati, bramiti, fischi. Ma intendo qui riferirmi al silenzio interiore che occorre fare dentro di noi nella lettura di questo testo insolito.
Non ci troviamo di fronte, infatti, a un libro sugli animali, uno di quei bei libri di divulgazione scientifica che ci informano sulle abitudini, le caratteristiche e il mondo degli animali più o meno esotici e selvaggi. Si tratta di una lettura che ci mette direttamente in contatto con lo 'spirito' animale, con desideri, pulsioni, attese, timori, contentezza e dolori. Ad esempio due branchi di lupi “sembrano felici di incontrarsi” e l'ululato dei lupi “è un canto avvolgente, inquietante nel suo mistero” Galbiati osserva:
Cosa che avvicina indubbiamente animali e umani. Ciò che più colpisce è la finezza con cui l'Autrice mostra il legame tra le specie animali, non umani ed umani, parallelismi e somiglianze che risultano evidenti nei momenti fondamentali della vita: la nascita, la morte, il legame tra madri e figli, l'accoppiamento, l'amore.
Insieme alla comune natura dei viventi, un altro tema importante che attraversa il testo, a mio parere, è la struttura ciclica dell'esistenza, il movimento incessante del vivere. Non a caso il sottotitolo è “Le stagioni della vita” il ritmo con cui la vita si perpetua proprio in una situazione limite come il Denali, in Alaska, dove l'estate è breve e intensa, l'inverno lungo, gelido e buio, mentre primavera ed autunno sono un trascolorare veloce tra le due stagioni estreme. Ogni momento dell'anno propone comportamenti adeguati e necessari al ciclo vitale degli individui e delle specie, perfino cambiamenti fisici, come per le corna dell'alce che cadono a ogni inverno e ricrescono la primavera successiva o le zampe dell'orso che consumano d'estate gli artigli che ricresceranno durante il letargo.
Rosaura Galbiati, Spirito selvaggio. Le stagioni della vita, Transeuropa, 2024 24-11-2024
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