Amelia Pincherle Moravia
di
Marina Calloni

  

 

Venezia, 6-1-1870 / Firenze, 26-12-1954

Fu la prima donna a scrivere per il teatro in Italia. Nei primi decenni del Novecento Amelia ebbe grande rinomanza come autrice di drammi e di commedie, scritte anche in dialetto veneziano. Fu inoltre nota come giornalista, scrittrice di racconti e di libri per l’infanzia, oltre che come direttrice di collana, attivista politica e interessata alla questione femminile.

 

Amelia era nata da una famiglia ebraica della buona borghesia veneziana, che aveva partecipato alla difesa della Serenissima durante la Repubblica di Manin e ai moti risorgimentali. Dopo essersi trasferita a Roma, Amelia sposa il musicista Giuseppe (Joe) Rosselli, con cui trascorre alcuni anni a Vienna. La famiglia del marito, i Rosselli-Nathan, di tradizione repubblicana e liberale, aveva sostenuto Mazzini durante gli anni dell’esilio londinese, tant’è che costui morirà a casa loro a Pisa sotto il nome di Mr. Brown.

 

Amelia ebbe da Joe tre figli: Aldo, Carlo e Nello. Tuttavia si separò dal marito nel 1903, trasferendosi coi figli da Roma a Firenze. I figli di Amelia crebbero in un ambiente culturalmente stimolante, politicamente attivo e socialmente impegnato. Aldo, studente di medicina, partì volontario per la prima guerra mondiale, morendo nel 1916 sul fronte carnico. Carlo, professore di economia, lasciò l’insegnamento per la lotta politica. Inviato al confino, riuscì a fuggire, riparando a Parigi, dove fondò il movimento di “Giustizia e Libertà”. Nello, storico del Risorgimento, dopo aver subito il confino, deciderà di restare a vivere in Italia, continuando - attraverso i suoi studi - la sua opposizione al regime fascista. Carlo e Nello vennero uccisi in Francia nel 1937, per mano di sicari assoldati dai fascisti.

 

Dopo l’assassinio di Carlo e Nello, Amelia scelse volontariamente l’esilio assieme alle due nuore e ai sette nipoti. Visse prima in Svizzera e in Inghilterra, per poi trasferirsi negli Stati Uniti. Rientrò in Italia nel 1946, morendo a Firenze nel 1954.

 

Oltre ad articoli apparsi su Il Marzocco dal 1904 al 1914, fra le opere di Amelia Rosselli si ricordano i suoi drammi teatrali:

Anima, Torino: Lattes 1901; Illusione, Torino-Roma: Roux & Viarengo 1906; Emma Liona (Lady Hamilton), Firenze: Bemporad 1924.

Degne di menzione sono anche le sue commedie in dialetto veneziano:

El réfolo, Milano: Treves 1910; El socio del papà, Milano: Treves 1912; San Marco, Milano: Treves 1914.

 

Fra i suoi racconti si vedano:

Felicità perduta, Livorno: Belforte 1901; Gente oscura, Torino-Roma: Roux & Viarengo 1903; Fratelli minori, Firenze: Bemporad 1921.

Si considerino anche i libri per l’infanzia: Topinino. Storia di un bambino, Torino: Casa Editrice Nazionale, 1905; Topinino garzone di bottega, Firenze: Bemporad 1910.

 

Per gli epistolari:

Carlo, Nello e Amelia Rosselli, Epistolario familiare (1914-1937), a cura di Z. Ciufoletti, II ed., Milano: Milano: Mondadori 1997; M. Calloni e L. Cedroni (a cura di), Politica e affetti familiari. Lettere dei Rosselli ai Ferrero (1917-1943), Milano: Feltrinelli 1997; Carlo Rosselli, Dall’esilio. Lettere alla moglie 1929-1937, a cura di C. Casucci, Firenze: Passigli 1997.

 

Non da ultimo si veda la sua (auto)biografia: Amelia Rosselli, Memorie, a cura di M.Calloni, Bologna: il Mulino 2001.