Ru 486: un gesto violento limitare la libertà di scelta delle donne
Comunicato Di.re
Un gesto di violenza che si compie ai danni delle donne e della loro capacità di decidere sulla propria vita e sulle scelte di procreazione.
E’ il giudizio di Di.re, Donne in rete contro la violenza, l’associazione che raduna 54 centri antiviolenza, in relazione alle dichiarazioni di ostilità che hanno accompagnato la commercializzazione della Ru 486, la pillola per l’interruzione di gravidanza farmacologica.
Maria Grazia Setzi, Controcorrente
Siamo, ogni giorno, a contatto con la violenza di genere, passano dai nostri centri donne che perdono, a causa di maltrattamenti, il figlio che aspettavano, o all’opposto, hanno gravidanze che arrivano dopo violenze subite: sappiamo dunque quanto sia improprio e ideologico giudicare le scelte di vita altrui, secondo codici astratti e non condivisi.
La Ru 486, giunta in Italia con grande ritardo rispetto ad altri paesi, è stata accompagnata da dichiarate intenzioni da parte di neoletti governatori di centrodestra di ostacolarne la messa a disposizione di chi volesse optare per questa forma di interruzione di gravidanza.
E’, a nostro avviso, un gesto di violenza nei confronti delle donne, della loro autodeterminazione, della capacità di decidere non soltanto se proseguire o no una gravidanza, ma anche come interromperla. Scelta questa che a nessun altro può toccare se non alla donna stessa, nel rapporto fiduciario con il proprio medico, e che dovrebbe essere sostenuta da accoglienza, corretta informazione e sostegno dentro e fuori dalle strutture sanitarie.
Chi, come noi, cerca di valorizzare le risorse delle donne vittime di violenza e di individuare, in alleanza con loro, percorsi di uscita, non può che denunciare l’attacco che trova pretesto nella Ru 486, ma che ha come bersaglio la libertà delle donne che ci ostineremo a difendere nel nostro lavoro quotidiano e nelle forme di mobilitazione che il movimento delle donne deciderà di organizzare.
18-04-2010