«Per far contenta la Lega più aborti clandestini»
Intervista alla ginecologa Sacchetti
di Manuela Cartosio


Da quest’estate l’accesso degli immigrati irregolari agli ambulatori pubblici è crollato del 30%. «È bastato che giornali e tv ventilassero le intenzioni della Lega ed è scattato l’effetto paura», dice la ginecologa Graziella Sacchetti, che raggiungiamo a Trapani dove sta partecipando alla conferenza della Società italiana di medicina delle migrazioni (Simm).
Se anche la Camera approverà la cancellazione del divieto per i medici di segnalare gli irregolari, «scatterà il terrore».
E a pagare il prezzo più alto saranno le donne straniere, aggiunge la ginecologa che lavora al Centro di salute e ascolto per le donne immigrate, in funzione da dieci anni all’ospedale San Paolo di Milano. Una buona metà delle donne che si rivolgono al Centro non hanno i documenti in regola.

Tutti i medici e le associazioni di categoria annunciano che non faranno la spia. Non basterà a tranquillizzare i migranti?

Questo è il messaggio che dobbiamo in tutti i modi far arrivare. Ma ci vorrà del tempo perché il tam tam rassicurante si propaghi nelle diverse comunità.
Siamo arrivati a Trapani da tutta Italia con un dato certo: il semplice annuncio ha già allontanato moltissimi immigrati dagli ospedali e dagli ambulatori. Se l’emendamento Bricolo diventerà legge,   ci sarà una fuga di massa dalla sanità pubblica e un riflusso in una sanità fai da te. Per i migranti
andare all’ospedale sarà come giocare alla roulette russa.

Ieri (6-2-2009) al San Gallicano di Roma hanno messo fuori il cartello "Qui non denunciamo nessuno" tradotto in cinque lingue. Mi sembra una strategia più efficace dell’obiezione di coscienza, ridondante non essendoci l’obbligo di denunciare gli irregolari.

E’ un’ottima idea, ma in un ospedale pubblico persino per attaccare un cartello su un muro occorre l’autorizzazione della direzione sanitaria, dell’Asl. Un singolo medico o un gruppo di medici non possono farlo.

Come si comporterà l’amministrazione sanitaria?

Vorremmo tanto saperlo. Questa è la vera incognita, essendo pacifico che i camici bianchi spioni si conteranno sulle dita di una mano. La sanità però non è fatta solo di medici e infermieri.

Gli impiegati che stanno agli sportelli, quelli che assegnano il codice "stp" (straniero temporaneamente presente) agli immigrati irregolari, che direttive riceveranno dall’alto? Oggi gli elenchi degli "stp" non possono e non devono essere consegnati all’autorità, se non su richiesta di un magistrato.
L’emendamento Bricolo interviene anche su questo aspetto? Se sì, sarà un ulteriore problema.

Veniamo alle migranti. Aumenteranno gli aborti clandestini.

In questi ultimi mesi abbiamo già registrato una diminuzione delle richieste d’interruzione volontaria di gravidanza.
Vale anche in questo caso l’effetto annuncio. Se si tiene conto che sono migranti il 31% delle donne che praticano l’igv in Italia (il 50% a Milano), si capisce che le conseguenze saranno numericamente rilevanti. Aumenteranno gli aborti clandestini a pagamento e quelli indotti ingerendo farmaci antiulcera. Negli ambulatori e nei consultori le interruzioni di gravidanza sono il punto di partenza per costruire un rapporto con le donne migranti, per fare prevenzione. E’ un lavoro duro e faticoso. Maroni, il vero ministro della paura, lo cancella con un colpo di spugna.

In Italia su 100 donne che partoriscono, 10 sono migranti (30 a Milano). C’è da sperare che almeno loro continueranno a farlo in un ospedale, non in una stamberga.

Sono abbastanza sicura che le migranti irregolari continueranno a venire in ospedale a partorire. Temo che ci verranno solo all’ultimo momento, senza farsi seguire durante la gravidanza.
Anche qui è un lavoro che va in fumo. Negli ultimi anni sono diminuiti i parti prematuri e i neonati sottopeso.
Un risultato ottenuto grazie al fatto che le migranti hanno imparato a rivolgersi alle strutture sanitaria fin dal terzo mese di gravidanza.

Per contrastare l’istigazione alla delazione molti usano l’argomento convenienza: se i migranti smetteranno di rivolgersi agli ospedali, semineranno in giro Tbc e Aids e ci ammaleremo pure noi italiani. Non è un’arma a doppio taglio?

E’ un argomento da usare con molta cautela. Da una parte, ci sono casi tra i migranti di malattie infettive. Dall’altra, si rischia di gridare all’untore. Si gioca sporco su due paure. Si costringono i migranti ad aver paura a metter piede in un ospedale, si aizzano gli italiani ad aver paura di loro. La Simm contrasterà con ogni mezzo questa barbarie che insulta la deontologia medica, ma soprattutto l’umanità.

 

da il manifesto del 7 febbraio 2009

 

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