Oggi tutti i crociati dei cosiddetti valori occidentali si scandalizzano per queste condizioni di vita femminile, ma le distruzioni e i delitti perpetrati dai Talebani ai danni delle donne afgane avvengono da anni, nell'indifferenza generale: dal 1994 il paese è "ostaggio dei terroristi" ha dichiarato la dottoressa Samar. Sima Samar parlava a nome dell’ong Shuhada, di cui è fondatrice. Una ong che si batte per la ricostruzione e lo sviluppo dell’Afganistan, occupandosi specialmente delle donne e dei bambini dal 1989, dunque prima che i Talebani prendessero il potere. Shuhada oggi
gestisce ospedali specializzati in ginecologia
in Pakistan e in Afganistan, e anche una clinica a Kabul. L'organizzazione
è composta da 900 persone e organizza diverse scuole,
fino alle superiori, frequentate da circa 20mila allieve. Un'attività
di tutto rispetto che ha suscitato perfino una certa incredulità
tra le presenti: probabilmente perché il sovraccarico di informazione
ci ha instillato la certezza che le donne afgane siano tutte spaventate,
depresse, ignoranti, e forse ci siamo convinte anche che per fare qualcosa
contro i Talebani occorra niente di meno che uno straordinario e massiccio
spiegamento militare da superpotenza. Invece questa calma signora ci ha
spiegato con un dolce sorriso come le sia stato possibile sfidare i divieti
del Mullah Omar con una presenza discreta, capillare, in una zona decentrata,
rurale, abitata dalla popolazione Hazara. Con molta determinazione e anche
con qualche piccolo sotterfugio, come quello di dichiarare come classi
di base i corsi di istruzione superiore e professionale. Del resto la situazione delle donne è migliore nelle campagne e tra le popolazioni nomadi, più defilate e lontane dal controllo del potere centrale, che invece si è fatto sentire con tragica pesantezza nelle città e sulle donne più istruite e attive dei ceti medi urbani. La discrezione è fondamentale in certe situazioni e gli aiuti alimentari di cui si occupa ora, possono ancora arrivare, con qualche accortezza e se la loro presenza non è sbandierata in modo clamoroso. Su un punto
ci siamo sentite assolutamente in sintonia con Sima: quando si è
dichiarata convinta che il nuovo governo afgano che si sta allestendo
in questi giorni non potrà essere una coalizione democratica se
non prevederà al suo interno una presenza femminile, perché
senza donne non ci può essere democrazia. L'incontro con Sima Samar ci ha confermato la difficoltà di avere una conoscenza della realtà nell'era dell'informazione globale e la necessità di incontri diretti che intacchino almeno un po' i pregiudizi, di cui siamo facile preda, e mostrino la complessità e la varietà dell'esistenza. Durante la
serata sono stati raccolti circa due milioni di lire che sono già
arrivati in Afganistan. Potete visitare direttamente il sito dell’ong
Shuhada con cui intendiamo
continuare la collaborazione concreta: chi
volesse contribuire può mettersi in contatto con la nostra segreteria
(tel/fax 02.6597727 o via e-mail) |