Le ragioni del male
Tonina Santi

 

 

Il 25 novembre ricorre la giornata contro la violenza sulle donne.
Del femminicidio,  gli stupri,  le violenze e i maltrattamenti verso le donne, abbiamo ormai consapevolezza: sappiamo che anche nella nostra decantata civiltà, accadono troppo frequentemente.  Inspiegabilmente. Forse.
Non è l'informazione che ci manca, ciò che manca è invece  il saper fare i conti sulle ragioni che spingono gli  uomini a perpetrare tanta violenza sulle donne. E' sulla conoscenza dei  “perché” ,che si potranno costruire azioni per cercare cambiare ciò che sembra ormai un inevitabile giogo.

Non può bastare una rappresentazione annuale delle sole vittime, per rattristarci, commuoverci, ed anche indignarci enumerando,  ancora una volta , la debolezza del genere femminile, anche nel paese che ci ha visto protagoniste  della  nostra emancipazione da un asservimento antico.

Scrive Marco Deriu, del gruppo Maschile Plurale, che continuare a parlare di violenza mettendo insistentemente l'accento sulla vittima, senza dire apertamente che la violenza sulle donne è maschile, preclude la possibilità di mettere a fuoco il tema delle forme di relazione affettiva, di coppia, famigliare...

Anche il mondo degli affetti ha subito significativi cambiamenti E' una realtà che molti uomini non riescono a concepirsi senza lo storico sostegno femminile; così come molte donne, si aspettano il supporto che il compagno della propria vita non sa più dare.

Mentre mi predisponevo alla raccolta dei fogli ormai ingialliti dei nostri anni, del tempo in cui sapevamo rappresentarci forti e decise, sicure di noi, e rassicuranti anche per coloro che non osavano manifestare, ho pensato che sarebbe utile anche oggi, quella presenza di donne nelle piazze, che rivendicavano l'uscita dalla loro subordinazione,   che esprimevano la volontà di rifondare il rapporto tra uomini e donne, su basi egualitarie e rispettose.

Ho riflettuto, in questi giorni di preparativi per la ricorrenza, sull'effetto che può avere sulle adolescenti, sulle ragazze, il sentirsi  un sesso in perenne pericolo. In sostanza, dover radicare dentro di sé la coscienza di appartenere a un genere che rischia, proprio in quanto tale, di poter fare una brutta fine.
Penso che la denuncia del male debba essere seguita da proposte forti per superarlo, altrimenti può trasformarsi solo in frustrazione. Ed anche in debolezza.

Da 20 anni ci battiamo, pressoché inutilmente, per la parità uomo-donna nel mondo del lavoro. E la parità nella vita quotidiana? E  la parità nella politica? E la parità nel potere? La nostra dignità comprende vari aspetti della vita. Sono convinta che dobbiamo continuare a esprimere un pensiero  forte e autonomo sui tanti aspetti che questa società non comprende..

Credo che sia utile cominciare a considerare l'intera struttura sociale, la vita delle nostre città, la qualità dei tempi della nostra vita... Andare oltre la denuncia annuale delle vittime: avere creato una ricorrenza (tra le tante) non saprei dire se ci fa bene. Vorrei si facesse  qualcosa di più, per poter smettere di piangere, atterrite, sull''ultima donna morta ammazzata.

 

25-01-2013

 

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