Donatella Bassanesi ha sollevato il problema
il 16 - 10 con questo messaggio

 

Per Roberto Saviano

Care tutte,
             abbiamo sentito come la camorra ha dato una data di scadenza per l’uccisione di Saviano. Possiamo pensare molte cose. Che sia un avvertimento. Che la cosa poi non avverrà. Che noi non possiamo comunque farci niente.
Oggi Saviano dichiara che lascia l’Italia perché non sopporta più questo tipo di vita. Forse perché le garanzie di tutela sono venute a mancare?
Io immagino che comunque nessuno si consideri responsabile di negligenza.
Il capo dello Stato Giorgio Napolitano rassicura che la sua vita è tutelata. Pensiamo che sia esattamente così?
E le altre istituzioni come si pongono, cosa dicono?
Mi domando se a voi pare che qualche segnale maggiore le istituzioni dovrebbero mandarlo. Se a voi pare che avrebbe senso si pronunciassero organismi di base, la ‘società civile’, in una qualche forma, per dare un qualche segnale.
A me piacerebbe sapere le vostre impressioni su queste questioni, e mi piacerebbe anche che ne derivasse una discussione collettiva.
Grazie
 Donatella Bassanesi

il 19 - 10 Franca Fabbri ha scritto:

Cara Donatella,
dopo la lettura di Gomorra mi chiesi come avrebbe fatto l'allora sconosciuto autore a uscirne vivo continuando a vivere fra la gente che coraggiosamente accusava con tanto di nomi e cognomi e delitti relativi. E ogni volta che lo sentivo parlare aumentava la mia paura per lui. Poi è arrivata la minaccia di morte di fronte alla quale mi attendevo una maggior reazione nazionale. Ma che democrazia è mai questa dove chi ha il coraggio di dire la verità può facilmente fare la fine di Anna Politkovskaja trucidata a Mosca davanti all'ascensore di casa? Non basta parlarne fra di noi, il meno che possiamo fare è un reading pubblico come si è fatto in altre città in questi giorni, mi pare a Torino. Che ne dici? se vuoi ci possiamo vedere per concretizzare questa o altre idee.
Grazie per precedere con l'azione i miei pensieri.
Franca  

il 20 - 10 Adriana Perrotta Rabissi ha scritto:

Mi è necessaria una breve premessa: ho letto Gomorra quando è uscito, ho apprezzato l'accuratezza della documentazione, il coraggio della denuncia e, cosa per me importante, la maturità della scrittura, in un ragazzo di poco più grande dei miei allievi dell'ultimo anno; l'ho consigliato ad amici e amiche, sono pronta a firmare qualunque appello in suo favore e protezione, o come semplice espressione di stima.

Detto questo, per esprimere la mia posizione personale sulla questione sollevata da Donatella, non sono più d'accordo con il metodo adottato di chiedere di fare qualcosa, o se si ha l'intenzione di fare qualcosa, anche se nella forma attenuata di suscitare un dibattito, perché vivo, forse sbagliando, questa richiesta con una sottintesa domanda di schieramento,  pro o contro qualcosa.
Non che ci sia qualcosa di sbagliato in sé, ma mio parere  oggi questo tipo di provocazione,  "o sì o no",  in altri momenti produttiva,    non va bene per  la situazione oggettiva e soggettiva mia e di molte altre/i,  caratterizzata da situazioni fluide, da momenti di confusione (parlo per me), di tentativi di capire, più che di giudicare, il che richiede lentezza e pazienza.
Diverso metodo  è quello per cui  una di noi propone qualcosa (appello, iniziative, ...) e aspetta di vedere se ci sono adesioni o no sufficienti a darle vita, senza forzare in alcun modo le cose e  correndo anche il rischio di vedere isolata la propria posizione, con tutto il rammarico che questo comporta.
Una mancanza di adesioni alla iniziativa specifica per me non significa necessariamente  "indifferenza, pigrizia mentale, addormentamento delle coscienze...." da parte delle altre, ma non condivisione del mezzo proposto, oppure scarsa convinzione, sempre in merito alla proposta..
Ciao a tutte
Adriana

il 20 -10 Rosaura Galbiati ha scritto:

Cara Donatella,
nonostante il mio pessimismo sia una cattiva lente attraverso cui osservare i fatti e la rinuncia una tentazione, penso sia necessario dare dei segnali.
Per quel che mi riguarda è però importante arrivarci passando da un confronto tra noi.
Per ora porterò  le tue domande al gruppo di Cernusco e spero di poter approfondire la questione quanto prima.
ciao e a presto
Rosaura Galbiati

il 20 -10 Ilaria Dello Strologo ha scritto:

cara Donatella,
quando ho ricevuto la mail che pone gli interrogativi sulla faccenda Saviano ho pensato: che bello che altri si pongano le stesse domande che frullano per la testa a me!
Il non essere sola a  porsi dei problemi e a cercare soluzioni è sempre comunque una grande consolazione e il pensare poi di fare qualche cosa tutte insieme mi è sembrato segno di maturità politica e di presa di coscienza. D'accordo quindi di indire una riunione e di discuterne insieme.
nel frattempo è uscito l'appello su Repubblica mi sembra opportuno di prendere in considerazione, dopo aver sentito Anita, di aderire firmando l'appello come LUD
un abbraccio e a presto Ilaria

il 21 -10 Annamaria Imperioso ha scritto:

cara Donatella,
ho letto del tuo invito a discutere collettivamente dell'incongrua risposta da parte delle istituzioni rispetto alle gravi minacce della camorra contro lo stato, i cittadini e soprattutto contro chi, come Saviano, ha il coraggio di denunciarla.
Ovvio che mi sembri utile parlarne e dibattere: ci sentiamo tutti minacciati soprattutto per le estese connivenze della mafia col mondo della politica e degli affari. Si potrebbero unire le nostre riflessioni al pensiero e alle azioni di altri movimenti per esprimere solidarietà e affetto a tutti quelli che si muovono concretamente contro mafia e camorra ?
Potrebbe anche essere un momento di informazione rispetto a quello che si muove qui a Milano intorno al tema delle infiltrazioni mafiose nel campo degli affari e degli appalti e delle azioni virtuose intraprese per il rispetto della legalità.
Vedremo. Un abbraccio
Anna Maria Imperioso

il 22-10 Gianna Beltrami ha scritto:


ciao Donatella, grazie della tua mail su Saviano. Noi come gruppo non abbiamo ancora avuto modo di discuterne, ti faremo sapere.
un abbraccio Gianna

 

il 22-10 Liliana Moro ha scritto:

cara Donatella
esplicito volentieri le considerazioni che mi chiedi sulla tua proposta.
Certo non ho nessun problema a consentire che il giovane scrittore deve avere salva la vita, e - quindi- a mio parere farebbe bene ad espatriare. (Quanti tedeschi, italiani, francesi di religione ebraica si sono salvati così. Lo so che le situazioni storiche di oggi e di allora non sono uguali,  però farebbe bene lo stesso).
Detto questo non si può accettare la camorra. Ma io, che abito a Milano, non penso ai casalesi, penso alla camorra della Brianza (hanno messo una bomba sotto l'auto di un sindaco, hanno ucciso un consigliere comunale) e dei paesi dell'hinterland: Corsico, Buccinasco. Il comune di Milano non accetta nemmeno l'idea che si faccia un'inchiesta su questo problema. E invece la sensibilità della "società civile" c'è: in settembre all'iniziativa in ricordo di Peppino Impastato che si è tenuta a Palazzo Marino c'era una quantità incredibile di gente.
Detto ciò, non mi piace affrontare i problemi in termini astratti e generali e mi domando che cosa significhi non essere acquiescenti alla violenza e al malaffare dilagante. Ho firmato la petizione contro il cosiddetto lodo Alfano: il problema è lo stesso: la legge deve avere valore per tutti?
Non credo possa incidere una petizione che non si sa a chi mandare e poi mi sono stufata di chiedere, mi sembra che siamo oltre. Ai ragazzi che chiedono un futuro oggi  Libero (nel senso del giornale) risponde che bisogna "chiamare la polizia", che peraltro è già intervenuta a manganellare ieri in P.za Cadorna. Una petizione mi sembra una cosa troppo squilibrata rispetto alla gravità dei problemi.
Invece il nostro lavoro è un lavoro culturale e se mi chiedi di provare a scalfire l'assonnarsi delle coscienze, sono d'accordo, ma come?
Tento di tessere relazioni e parole tra noi, però di persona, non virtuali, perché temo l'avvitarsi in teorie che non cambiano i comportamenti.
Ho buttato la tv da due anni.
E cerco di non perdere la speranza.
un abbraccio Liliana


il 23-10 Giancarla Dapporto ha scritto:

Cara Donatella,
il tuo appello a favore di Saviano, come vedi è partito da te come dal cuore di moltissime persone, 150.ooo fra nobel,  intellettuali, artisti  e soprattutto da sinceri democratici mossi non solo da commozione e sdegno verso una ingiustizia così grande verso uno scrittore impegnato ad affrontare e a porre fine a un danno incalcolabile come quello apportato dalla malavita in Italia, ma anche convinte che il problema sicurezza ci riguarda tutti.
Ti dico quello che ho provato leggendo qualche giorno fa l’appello di Saviano su Repubblica. Paura, dolore sdegno, rabbia.
In parallelo ho letto la notizia che la Wermuller ha abbandonato il set a Taranto, dove stava girando,  per sfuggire alla richiesta del pizzo da parte della camorra.
Come é possibile che questo paese sia in mano alla malavita che ha l’ardire di minacciare apertamente dal carcere e per la strada i cittadini che la ostacolano ? Non è più uno stato di diritto!
Ora non si tratta di chiedere solo la protezione di Saviano che  sarebbe, anche se ovvia , comunque  insufficiente. Qui bisogna buttare fuori dal governo i collusi di mafia e camorra, bisogna pretendere, con l’aiuto di tutte le  forze democratiche,  che si dimettano.
Questa trovo che sia una violenza così grande che rischia di trasformare il nostro paese in una terra di conquista per predoni.
Ora sento la paura che le nostre lunghe battaglie di civiltà vengano  annullate miseramente se sarà sempre più difficile esprimersi in pubblico, manifestare le opinioni, reclamare i propri diritti.

Gli spazi si stanno restringendo perché con le scelte del governo vengono sottratte le risorse al soddisfacimento di tutti i bisogni sociali, la  casa, la stampa, i media, l’arte, il teatro, il cinema, la scuola, la salute, i centri culturali  ecc.  Molte sono le categorie vittime della violenza della malavita e dei racket su migliaia di ragazzine e donne gettate sulla strada, su immigrati maltrattati, sui loro bambini  che scompaiono.
Vittime della povertà per non parlare di miseria,  incrementata  da decreti liberticidi fatti sulla pelle di noi tutti. Io sento di aderire alle proteste che si levano da ogni parte perciò credo che l’appello per Saviano ci riguardi tutti, donne e uomini.  
Mi sento anche di  ringraziare con gratitudine questo giovane scrittore per averci aperto gli occhi su una realtà molto più brutta di quanto ci si potesse malaugurare.
Giancarla   

 

6-11-2008