Milano 13 febbraio
100 scuole preoccupate


Milano 14 febbraio
40.000 insieme in una dimostrazione d'affetto per la scuola pubblica

La scuola e la responsabilità del vivere

di Annamaria Medri


Nell'ultimo periodo partecipo al movimento di opposizione alla riforma Moratti
. Vi partecipo in quanto madre di una ragazza di quasi quattordici anni, iscritta alla scuola media Rinascita - Milano, come rappresentante di classe e membro della commissione mensa della scuola. Dopo essere stata per trenta anni nella scuola in qualità d'insegnante, mi trovo nello stesso posto, ma con un punto di vista e un ruolo totalmente diverso.

Essere genitori, di minori, in questo frangente vuol dire parlare in nome dei figli e delle figlie e predisporre un progetto per il futuro che parte da sé, ma di cui non si è soggetti titolari. La stessa cosa era avvenuta quando insegnavo, ma in modo diverso, perché il progetto per le alunne e gli alunni costruiva i contenuti e le regole organizzative del lavoro e le relazioni interpersonali tra lavoratrici: tessevo un contesto aperto.

 

In entrambi i casi mi sono assunta e mi assumo la responsabilità di una relazione asimmetrica in cui io, assieme ad altre/i, ho diritto di parola e opero delle scelte che coinvolgono chi tale diritti non li può esprimere per età e condizione.

Le scelte compiute nella seconda metà degli anni '70 hanno comportato il fatto che venisse realizzata una scuola primaria diversa da quella precedente; si è passati da un istruzione che trasmetteva delle informazioni e un linguaggio da"libro di testo" conforme alle aspettative dell'insegnante, isolata quasi autistica dentro le pareti della "propria" classe, ad un'educazione formativa che cercava di unire la consapevolezza di sé di ciascuna bambina e bambino, lo stare bene a scuola, con le basi della cultura e la grande avventura della conoscenza.

 

Il metodo per raggiungere lo scopo ha visto mettere al centro le relazioni fra pari per passare da un modello individualista dell'insegnamento alla cooperazione professionale ed educativa - didattica messa al lavoro nella collaborazione di differenziate specializzazioni che divenivano risorse comuni a cui attingere e con cui confrontarsi, anche aspramente, per realizzare progetti di percorsi formativi per i propri alunni/e, per la classe e la scuola.

Attraverso la relazione tra soggetti autonomi, con ruoli diversi, si è creata l'apertura e la permeabilità della scuola ai desideri dei genitori, alle realtà sociale e del territorio.

Credo si sia fatta una grande operazione di cittadinanza
: tenere insieme se stessi e la realtà circostante attraverso un cambiamento reciproco che aveva origine da sogni e bisogni molto diversi, coinvolgeva le istituzionali locali e persino il governo del paese.

 


Oggi mi oppongo alla riforma Moratti che stringe i tempi della scuola, diminuisce la spesa, elimina gli insegnanti (25-30.000 in tre anni), le compresenze, la collegialità
e assegna programmazione e valutazione al redattore del portfolio che registra le abilità raggiunte da ciascun alunno/a. Non voglio che il futuro di mia figlia e di altri giovani venga ridotto a "destino" in base alla situazione culturale ed economica della famiglia di origine. Non voglio che una ragazza o un ragazzo, e i suoi genitori, venga costretta, a tredici anni, a decidere definitivamente se avviarsi allo studio o al lavoro.

Le immagini sono tratte dal
servizio fotografico
del sito
retescuole.net

 

 

Non voglio che la scuola pubblica venga ridotta ad un grumo d'istruzione, come quella statunitense, senza fornire neppure le basi di una convivenza comune. Desidero che la scuola offra buone opportunità e sia consapevole che non c'è rispetto per l'individuo incarnato senza socialità e cittadinanza: uno spazio e un tempo, un luogo e un percorso comune all'interno dei quali si misurano e si arricchiscono le differenze senza esclusione reciproca. La libertà deve tenere insieme l'uguaglianza del diritto fornendo materialmente la possibilità di perseguirlo e contemporaneamente permettere la costruzione di percorsi di crescita e di autonomia individuale.

Ancora il metodo per andare avanti è l'assunzione di responsabilità messa in rapporto con quella di altre persone che vogliono concorrere, in una relazione paritaria, ad un progetto. Parto dal mio ruolo di madre all'interno del luogo dove mia figlia studia per conoscere cosa prospetta la riforma Moratti e insieme a tutti gli altri genitori "prendo la misura" di tale scenario eversivo.

L'Assemblea dei genitori ( associazione istituzionale della scuola) di Rinascita ha promosso riunioni d'informazione e discussione di classe, di corso e generali chiedendo ai rappresentanti di classe di diventare promotori delle iniziative. Ha pubblicato un numero speciale, dedicato alla riforma, del periodico scolastico Liberamente. Ha costruito un percorso efficace di partecipazione democratica per decidere, insieme anche ai docenti, mozioni che chiedono il ritiro della riforma o la sua sospensione, per portare tali posizioni al Consiglio di zona 6, al Consiglio comunale di Milano per pretendere pubbliche sessioni sulla riforma Moratti e, infine, per unirsi al movimento delle scuole milanesi e nazionali con l'occupazione della scuola il 13 febbraio e con la manifestazione del 14 febbraio.

Rispetto all'occupazione della scuola, l'assemblea generale dei genitori di sabato 7 febbraio ha deciso l'ingresso dei genitori nelle classi, dalle 14,30 alle 16,30, durante le lezioni pomeridiane per parlare con le/gli studenti degli aspetti della riforma Moratti e permettere loro di verificare come si possano mettere in atto forme di protesta pacifica che consentono la discussione e il coinvolgimento di persone con ruoli ed età diverse. Dopo l'orario scolastico, sotto la responsabilità dei genitori, sono stati organizzati dei laboratori per realizzare i materiali da portare alla manifestazione cittadina del 14 febbraio. La serata si è conclusa con una pizzata in mensa e il riordino dei locali utilizzati. Le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato alle diverse attività pomeridiane e serali hanno dovuto presentare un modulo compilato dai propri genitori che ne autorizzava la presenza.

Sabato 14 febbraio sono partita da casa insieme al mio compagno, a mia figlia e alle sue amiche; abbiamo preso un tram carico di ragazzini e genitori delle scuola Narcisi, Borgognone e Foppette e insieme ci siamo recati in piazza S: Eustorgio. Il luogo del raduno si è riempito all'inverosimile. Da Rinascita, con striscioni, cartelli e cappelli autoprodotti eravamo più di un centinaio: Abbiamo capito che la manifestazione era riuscita bene.

Ho camminato insieme a donne, uomini e ragazzi comuni che finalmente prendevano spazio e parola. Mai come in questo periodo ho ascoltato, parlato e discusso. Un fiume di narrazioni di vita e d'esperienza, non delle tristi o pompose biografie ma la messa in comune di esistenze e progetti.