LA SIRENETTA
di Gemma De Magistris


Frida Kahlo

 

Fermo restando che molti di noi o forse tutti conosciamo il valore pedagogico, conoscitivo e altro ancora delle favole, questa sirenetta prende da quella di Andersen lo spunto per per dire un po' di cose. Forse la cosa più impoortante di questa sceneggiatura curata da Valeria Cavalli è proprio quella di lasciare liberi adulti e ragazzi di interpretare e metterci un poco di se.

In scena ci sono due attori giovani: lui è un ragazzone ingenuo, ama scrivere ed andare al mare e correre in bicicletta. Il percorso che ci racconta e mima per raggiungere la spiaggia (una spiaggia un po' misteriosa, ci verrà svelato) è piuttosto simbolico: c'è la fatica di crescere, salire, scendere ed ancora salire, sentirsi felice ed un attimo dopo con una strana malinconia addosso. Poi incontra l'imprevisto, il mistero, sembra di entrare in uno dei suoi racconti che hanno un strana caratteristica, iniziano e non finiscono mai. Il suo quaderno è pieno di inizi. Sulla spiaggia misteriosa c'è un essere altrettanto misterioso e forse un po' magico e lì viene la voglia di fare o udire la voce seria di quando si esce dal clima sognante della favola e si entra nel però.....ecco che arriva......

E' una sirena questo essere che si nasconde tra le onde e solo timidamente fa vedere il suo viso ed appena il busto? Che prende il suo quaderno di poesie, che timidamente gli parla prendendo a prestito, talvolta, la splendida descrizione del mondo del mare che ne fa Andersen ( le sei sorelle, il palazzo di cristallo, la visita alla terra al quindicesimo anno di età) e lì ci sentiamo anche noi spettatori adulti un po' più piccoli. Poi la relazione gradualmente cresce e le storie diventano a due voci e l'ultima si intreccia con la realtà e per la prima volta c'è un finale.
Allora di cosa parla questa sirenetta che dal mito della sirena (ma a me è sembrato anche da quello delle ondine) ha tratto ispirazione? Di diversità, di relazione, di apertura all'imprevisto, talvolta di quella strana malinconia che ti prende nel bel mezzo di una situazione quasi perfetta chè è già preludio di qualcosa d'altro, e poi ci sono dentro le emozioni non dico tutte ma molte: la tenerezza, la rabbia, il desiderio, l'amore ma ancor prima e, forse più importante, l'amicizia.

L'attrice, alla fine dello spettacolo ci ha raccontato che si è lasciata andare anche fisicamente e con gran fatica (perchè è difficile recitare una "sirena" senza gambe) perchè le pareva di avvertire un po' di magia. La scenografia mobile e velata, la musica alternata tra una estrema dolcezza senza leziosità e tono forti perfino stridenti mi è sembra adeguata ed emozionante. A me che, a detta di studentesse ed amiche, sono una inguaribile romantica, è piaciuto molto. Come insegnante l'ho trovato talmente ricco di spunti che solo con l'aiuto delle mie classi risuscirò a non suggerire letture ma ad ascoltare e partire da lì.

LA SIRENETTA
liberamente ispirato a "La Sirenetta" di Hans Christian Andersen
Testo di Valeria Cavalli
Regia di Valeria Cavalli e Claudio Intropido
con Antonio Brugnano e Debora Virello

29- 03- 06