Storie
di donne a scuola
di Liliana Moro

Silvana Sgarioto
Il seminario della Società Italiana delle Storiche che si
è svolto a Firenze nel dicembre 2000 aveva al centro della riflessione
"la storia delle donne nei nuovi manuali scolastici".
Le relatrici hanno sottolineato gli aspetti diversi del problema:
Paola Di Cori ha espresso grande cautela nei confronti dei manuali,
definiti "libri di sabbia" per la rapidità con cui i
loro contenuti si dissolvono nella mente di lettori e lettrici e ha richiamato
l'urgenza di giungere a una didattica che sappia compiere coraggiose scelte
di abbandono di quanto non è strettamente funzionale agli scopi
che si prefigge, scopi che peraltro vanno nettamente esplicitati.
Elda Guerra, condividendo molte perplessità della Di Cori,
ha ricordato d'altro canto l'importanza di testi che sono gli unici libri
di storia che entrano in molte case.
Simonetta Soldani, nella sua veste di responsabile di Scuola di
specializzazione per l'insegnamento nelle superiori, sulla base di indagini
precise, ha delineato un quadro sconfortante circa la conoscenza dei fatti
e del metodo storico tra le nuove leve di docenti.
Francesca Koch e Graziella Bonansea hanno portato l'attenzione
in modo più specifico sui manuali, sui nuovi manuali prodotti da
storiche che hanno lavorato con una esplicita ottica di genere.
Alcuni manuali di questo tipo sono ora entrati nel panorama editoriale
italiano.
Si tratta del corso di storia per le scuole superiori edito da Laterza
e scritto da Anna Bravo, Anna Foa e Lucetta Scaraffia nell'ambito del
programma Polite (Pari Opportunità nei Libri di Testo) della CE,
che dichiara fin dal titolo la novità della sua impostazione: I
fili della memoria. Uomini e donne nella storia.
Un manuale per le scuole medie è stato, invece, edito da Giunti/La
scuola: Popoli nel tempo, alla sua redazione hanno partecipato
Graziella Bonansea e Roberta Fossati.
Per le superiori Paravia ha pubblicato un testo guida, Codice
storia, curato da Giovanni De Luna, cui si affiancano diversi numeri
monografici: Lucia Motti e Silvana Sgarioto hanno curato il quaderno La
cittadinanza asimmetrica. Istruzione delle donne e diritti di cittadinanza
fra Settecento e Ottocento che travalica i limiti di un testo scolastico
per molti aspetti, "un modello" l'ha infatti definito Francesca
Koch.
Dunque le donne entrano pienamente nella storia, non solo nei fatti come
è sempre accaduto, ma anche nella loro ricostruzione, lasciando
memoria di sé alle nuove generazioni nei luoghi e con strumenti
istituzionali di trasmissione della cultura.
Non sorprende la passione delle donne per la divulgazione: è
una costante nella storia della ricerca scientifica al femminile, a partire
da Gaetana Agnesi, che volendo spiegare la matematica ai suoi fratelli,
di fatto compose un testo che introdusse in Italia l'analisi algebrica
e infinitesimale di Newton e di Leibniz. La novità è nella
veste ora assunta, perché questi testi si inseriscono nella forma
codificata e istituzionale del sapere, proprio quella da cui storicamente
la presenza e soprattutto il punto di vista femminile sono oscurati.
Giustamente quindi se ne è discusso, sottolineando i rischi e le
valenze dell'impresa, senza alcun trionfalismo.
Siamo forse davanti all'apertura di una nuova strada per la scuola e per
le insegnanti, che ora possono lavorare con uno strumento in più,
consapevoli che il carico principale è sempre sulle loro spalle
e la sfida è quella di riuscire a esplicitare le rilevanze nella
ricostruzione del passato e a non cancellare la diversità, far
tesoro di una grande acquisizione della ricerca storica delle donne, come
ha ricordato Simonetta Soldani: la scoperta dell'alterità, la consapevolezza
delle differenze e la costruzione di dinamiche che le rispettino, compresa
la differenza tra insegnanti e allievi e tra le diverse generazioni.
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