Maria Rosa Cutrufelli, LA DONNA CHE VISSE PER UN SOGNO

di Gianna Beltrami


 

Un caleidoscopio di figure femminili raccontate con una scrittura asciutta, senza compiacimenti ma con reale empatia e generosa compassione. Nella Parigi del 1793 sono le donne, popolane e no, a raccontare la storia e a mostrarci la loro condizione umana e civile, il loro essere un "niente " sofferente e dipendente sul quale si getta comunque la sofferenza del mondo. "Le donna sono pescatrici di vite perdute" (Don de Lillo)

Su tutte si eleva e si distingue colei che visse per un sogno, Olympe de Gouges, la paladina dei diritti repubblicani finita sulla ghigliottina nel novembre 1793 "… ieri la legge ha punito questa cospiratrice per aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso".
Olympe è una creatura speciale sensibile e forte, che va contro le regole del tempo usando le parole che alle donne sono interdette. Si occupa di testi teatrali e sa produrre manifesti politici e sa accalorarsi per le sue tesi ideali anche sul banco degli accusati dove è costretta a difendersi da sola perché l'avvocato di pubblico patrocinio non si presenta a difenderla. Il suo ideale blasfemo è che la giustizia sociale non passi sul sangue e non sia riservata ai maschi. Con ciò si è già condannata da sola , consapevolmente e con grande coraggio.

Nella lettera che lascerà al figlio come testamento morale dice " lascio la mia onestà agli uomini, che ne hanno bisogno, la mia anima alle donne…" E con la sua vita e la sua morte afferma che "… il Dio della coscienza è il solo Dio che gli uomini dovrebbero adorare…", uomini qui nel senso di umanità intera.


Maria Rosa Cutrufelli
LA DONNA CHE VISSE PER UN SOGNO
Edizione Frassinelli, 2005
pag. euro 14,50