Sondaggi e pillole


Valeria Fieramonte

 

 

I ginecologi della SIGO ( società italiana di ginecologia e ostetricia) hanno fatto un sondaggio su oltre 1000 ragazze tra i 14 e i 25 anni,  a Roma , Milano e Napoli, circa le loro abitudini sessuali e l’uso della contraccezione.
Come si sa nelle nostre scuole non viene fatta educazione sessuale, mentre in molti altri paesi europei non è così.
Le ragazze tendono ad informarsi tramite coetanei o persone di fiducia – ma in ogni caso sanno benissimo sia che fumare e bere ( troppo) fa male, sia che se non si hanno rapporti protetti si rischiano gravidanze indesiderate.
I problemi maggiori nascono con la prima esperienza sessuale, che può prendere di sorpresa persone giovani e inesperte: forse per questo il 42% della ragazze alla prima esperienza sessuale non usa , né pretende dal partner, nessun accorgimento.
Dopo la prima esperienza, il fattore che più influenza la scelta dei metodi è la sicurezza e la semplicità d’uso.
Chi scrive pensa che è fondamentale avere un partner che non si spaventi all’uso del preservativo: l’accorgimento più semplice  che è anche un test sul rispetto del partner per le esigenze femminili.
Un uomo che faccia pasticci sulla contraccezione, abbia paura o non desideri  usare il preservativo, ha una sessualità immatura e non è affidabile neppure su altri piani.
Ma questa resta una mia opinione: io un uomo incapace di usare il preservativo l’avrei rifiutato.
I figli si fanno in due, e di tutti e due è la responsabilità e il partner va coinvolto da subito in questo genere di reciprocità.
 Le prime volte, tuttavia, c’è una  inesperienza che può trarre in inganno entrambi. E le statistiche dicono che è  in aumento, rispetto agli anni ’90, la percentuale di ragazze che , tra i 14 e i 16 anni, ha già avuto esperienze sessuali: il risultato di questi comportamenti sono le circa 19mila baby madri sotto i 19 anni che partoriscono negli ospedali italiani.
Un dato, come si vede, in controtendenza rispetto alle informazioni date da giornali  stampati e non, che tendono piuttosto a mettere in evidenza un altro dato: l’aumento dell’età delle madri alla prima gravidanza per la maggior parte delle donne.
In effetti, per esempio in Lombardia, il numero maggiore di nati si registra tra le donne che hanno tra i 30 e i 34 anni. Nel 2011 , in questa fascia d’età, c’è stato il maggior numero di nati: 35.300.
Dice Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia dell’ospedale  S. Raffaele di Milano: “ Nel nostro paese solo il 16% delle donne usa regolarmente la pillola, un dato simile a quello della Tunisia e del Botswana, contro, per esempio, al 41% delle donne francesi e al 28% delle donne inglesi.
Purtroppo non si valorizzano i maggiori benefici della pillola su tutta una serie di problemi: acne, mestruazioni dolorose, sindrome premestruale, cisti ovariche e endometriosi, artrite reumatoide ( ci sono dati che dimostrano una riduzione del 60% del rischio di sviluppare la malattia tra le donne che usano la pillola). A fronte di questi vantaggi, c’è un rischio maggiore di trombosi venose nelle donne che usano la pillola.”
Da questo punto di vista, però, le principali imputate di trombosi venose in donne giovani sono le polveri sottili e l’inquinamento dell’ aria, un fattore indipendente dalle nuove  pillole in commercio oggi.
Può anche sembrare singolare che le regioni dove è maggiormente praticata la contraccezione siano la Sardegna e la Val d’Aosta ( circa il 30%, secondo i dati reperibili), con la Campania e la Basilicata come fanalino di coda ( circa il 7% delle donne).
“ Eppure la pillola è efficace anche nella prevenzione dei tumori – aggiunge la Graziottin – il suo uso prolungato riduce del 20% il rischio di cancro del colon e del 29% del cancro dell’endometrio e dell’ovaio.”
Per quanto riguarda l’endometriosi – le informazioni provenienti dal XX° convegno su infertilità e contraccezione tenutosi e fine maggio nell’aula magna della  clinica Mangiagalli   dicono che:
l’endometriosi è una malattia caratterizzata dal fatto che frammenti di tessuto endometriale – che normalmente riveste la parete interna dell’utero e si sfalda con il mestruo – crescono in sedi diverse dove non dovrebbero esserci, come ovaie, intestino e vescica.
Sembra che ora ci siano novità anche per questo genere di problemi, un tempo affrontati con la chirurgia, con scarsi risultati.  

5-6-2013