Femme de la Rue
Giampiero Martinotti
E' un film che racconta
le molestie quotidiane.
Un saggio finale per una scuola di cinema diventa un caso a Bruxelles:
girato con una telecamera nascosta, documenta pesanti tentativi di
approccio in un quartiere popolare.
E' un piccolo film girato da una ragazza fiamminga come
saggio finale per la scuola di cinema di Bruxelles, ma ha avuto
l'effetto di una bomba, perché mostra le continue molestie cui è
sottoposta una donna come tante altre che passeggia da sola.
Proiettato per una sera in un sala della capitale belga, ha provocato
un tornado di reazioni su twitter, dove l'hashtag molestie di strada
(#harcelementderue) è diventato uno dei più visti del web transalpino.
E il dibattito è diventato addirittura tempesta quando un maschio un
po' sprovveduto ha inviato un messaggino per dire di non aver mai
visto niente di simile.
"Femme de la Rue"
Video
Eppure, Sofie Peeters non ha fatto altro che testimoniare la realta
vissuta da migliaia di donne. Da quando vive in un quartiere popolare
di Bruxelles è oggetto di "attenzionì verbali" e di pesanti tentativi
di approccio. E allora ha deciso di farne il soggetto del suo film per
la scuola : se n'è andata in giro con una candid camera, registrando
quel che le dicono gli uomini. E il risultato è francamente vergognoso
per noi rappresentanti del sesso maschile. Si va dalle proposte fin
troppo volgari ("vieni a bere un bicchiere, non al caffè, no da me",
"l'albergo, il letto, li conosci") ai sedicenti complimenti ("belle
chiappine") agli insulti veri e propri ("troia", "cagna"). E
naturalmente la ragazza è vestita in modo del tutto normale : "In un
primo momento mi ero chiesta se non fossi io, per come mi muovevo o
per come mi vestivo, a suscitare tante reazioni", ha detto la Peeters.
Le centinaia di tweet di commento danno una risposta unanime : la
giovane belga è una regola, non l'eccezione. Il commento di una donna,
Sophie G., riassume l'amarezza generalizzata : "I certificati di
scopabilità non sono un complimento".
Ma il film ha aperto anche un altro dibattito : è girato in un
quartiere popolare, la stragrande maggioranza degli uomini che
apostrofano la giovane regista è di origini maghrebine. Il rischio di
essere tacciata di razzismo può essere forte e la Peeters ha detto di
esserne stata cosciente fin dall'inizio. Del resto, su Twitter si sono
letti anche molti commenti razzisti, soprattutto da parte di uomini
("fanno così anche con le donne velate ?"). Ma è altrettanto vero che
nei quartieri popolari, qualunque sia l'origine etnica dei loro
abitanti, sembra esserci meno rispetto per le donne. E in ogni caso,
anche questo merita di essere un tema di discussione.
Il film ha avuto un primo effetto : un assessore comunale di
Bruxelles, il socialista Philippe Close, ha annunciato l'immediata
introduzione di una multa amministrativa per le molestie di strada a
partire da settembre : "Chi non vuol capire sarà punito". Sarà forse
un provvedimento solo simbolico, ma Coste pensa che ricordare le
regole e il rispetto dovuto possano già aiutare a cambiare i
comportamenti.
Intervista a Sophie Peeters
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