Sophie Marinopoulos

Nell’intimo delle madri

di Liliana Moro


 

Si legge d’un fiato come un romanzo questo saggio di Sophie Marinopoulos, psicoanalista operante nelle strutture sanitarie francesi, che ha saputo trovare una chiave convincente e precisa per rendere conto degli approdi a cui l’ha condotta la sua lunga esperienza di ascolto e dialogo con donne alle prese con l’esperienza della maternità.

La lettrice si interroga su che cosa è accaduto a Martine (che ha sepolto il suo bambino nella fioriera), o su che accadrà a Caroline (che non riesce a rimanere incinta nonostante i ripetuti interventi di fecondazione assistita) perché le loro storie sono vive e reali, ancorché occasione per interrogarsi su che cosa sia la maternità, andando oltre la mistica e le ideologie.

A dispetto di una pratica scientifica che ora permette di superare (quasi) ogni limite fisico alla gravidanza, la questione non è questa: essere madre non è un dato biologico. Un figlio deve essere pensato, ripete l'autrice, a riprova dello spessore culturale con cui affronta il tema. “Per nascere madre non basta mettere al mondo un figlio, è necessario che si metta in moto tutta una serie di processi. Una madre deve vivere la propria condizione con un senso di sicurezza e di fiducia, sentirsi parte di una storia familiare positiva, aver concepito il bambino in un contesto di attesa affettiva, in una speranza di progetto parentale.”

Condizioni che non sempre si verificano, e quando una donna è lasciata sola, magari anche circondata da strutture mediche che la controllano ma non l’ascoltano, in lei agiscono i fantasmi incontrollati di una storia che viene da lontano e che la possono portare a pensieri e/o ad azioni di cui poi lei sarà ritenuta -e si riterrà- unica responsabile. Non le è concesso discostarsi dall’immagine potente e rassicurante (per gli altri) di madre amorevole e perfetta.

Ma la realtà di ogni donna è diversa e non corrisponde alle semplificazioni di chi trasforma un embrione in un’entità a sé stante, una ‘vita’,  e nemmeno agli stereotipi della vulgata psicologica sul materno. La cautela di fronte alla complessità della situazione delle madri attraversa tutto lo scritto, che non distoglie lo sguardo dal legame nascita-morte "... la vita e la morte sono due pulsioni onnipresenti e conflittuali. Parlare dell'una risveglia l'altra, e non si può mai sapere come sarà il risveglio."

Il saggio si segnala per la capacità di approfondire l’analisi sull’intimo, sui processi psichici, senza tralasciare l’informazione medica, in particolare sulle tecniche di fecondazione assistita, e sociologica. Tra l’altro, dati alla mano, si sfata il pregiudizio secondo cui le donne europee, oggi, non fanno figli perché impegnate nel lavoro. E’ vero il contrario: in Italia e in Spagna si registrano i livelli più bassi di natalità e anche di occupazione femminile. Perché ormai la contraccezione non è un problema tecnico e invece occorre sicurezza per poter progettare un bambino.

Una lettura quanto mai istruttiva perché le madri reali parlano ancora troppo poco, non si permettono di uscire dal silenzio. L’autrice, ben consapevole di questo, in conclusione del suo scritto rivolge un vero e proprio appello alle madri a non censurare le proprie sofferenze, i dubbi e le ambivalenze verso quanto stanno vivendo e ad abbandonare i preconcetti sull’istinto materno.

“La parola delle madri, di tutte le madri, potrebbe permettere un’elaborazione collettiva della maternità. (…) La vostra parola è necessaria perché nella nostra società si avvii una riflessione che vada a occupare il posto che le spetta nella trasmissione di un sapere distinto da quello della scienza.” A sottolineare lo stretto legame tra la questione del materno e la questione della trasmissione, del passaggio ... di cultura, saperi, pratiche, parole, vita. E ci si ritrova a notare quanto sia assurdo che i due livelli, quello del corpo (partorire) e quello del pensiero (trasmettere), siano tenuti nettamente separati.

 

Sophie Marinopoulos
Nell’intimo delle madri. Luci e ombre della maternità
Traduzione di Lucia Cornalba

Feltrinelli, novembre 2006
pagg. 177,
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27/11/2006