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I corpi “valgono”, ma contano sempre meno; non vale più il confine della nuda vita. Nelle torture agli iracheni il dolore è moltiplicato infinitamente dalla violenza simbolica. Non diversamente che nello stupro, cui qualcuno ha rinviato per queste immagini: nasce lo stupro femminile del musulmano maschilista e patriarcale. Penso giunto il momento di rivedere “la differenza”, disancorarla dai corpi di uomo e donna, con cui troppo spesso è stata confusa Mi pare l’unico modo per ridefinire i confini, mettere anche un limite alle responsabilità di ciascuna a questo esito dell’emancipazione; anche se non ci esime dal chiederci: chi siamo (diventate) noi, donne dell’occidente. Non mi consolano gli aspetti di reciprocità della barbarie, più d’immagine che reale. Anche se, forse perché occidentale faccio fatica a coglierne le differenze profonde.
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