Student services

Giulia Cimpanelli

 

 

A Berlino uno studente su tre accetterebbe un lavoro legato al sesso per pagarsi le tasse universitarie. A Londra impazza la “moda” delle studentesse lapdancer. E negli ultimi anni anche in Italia si sente spesso parlare di ragazze che decidono di diventare “accompagnatrici di lusso” durante gli studi: invece di sgobbare tra i tavolini di un bar per cinquanta euro a serata, preferiscono feste, cene e viaggi per cifre da capogiro.

Recentissimi i due arresti a Bologna per induzione alla prostituzione di giovani universitarie. Proprio quando ci si inizia a chiedere che fine abbiano fatto l’autostima e il pudore delle giovani, dalla Francia arriva un film (nelle sale italiane sarà a fine agosto) che racconta la storia vera di una studentessa che si prostituisce su internet.

Che sia vera non si fa fatica a crederlo. Il film si intitola “Student Services” e racconta di Laura, 19 anni, iscritta al primo anno di università e determinata a portare a termine i suoi studi ad ogni costo. Sebbene svolga un lavoro part time, non arriva a soddisfare tutte le sue necessità e sprofonda in una situazione economica talmente grave che una sera, per disperazione e a corto di altre soluzioni, decide di rispondere a un annuncio su Internet: “Joe, 50 anni, cerca studentessa per momenti di “tenerezza”. Cento euro l’ora”.

Laura giura a se stessa che avrebbe ceduto solo questa volta. Tre giorni dopo si ritrova in una camera d’hotel assieme a Joe. Ma una serie di imprevisti le fanno perdere il controllo della situazione. L’esaltazione per il denaro guadagnato così facilmente le fa dimenticare tutto, tranne la busta piena di soldi. Dopo il secondo cliente, Laura è ormai una prostituta con la voglia di smettere.

Il film è tratto dal romanzo “Mes chères études” di Laura D ed è scritto e diretto da Emmanuelle Bercot. Nei panni della giovanissima protagonista, l’attrice francese Déborah François. “Student Services” mette in scena in modo crudo una situazione che purtroppo, complice la crisi economica, è sempre più pericolosamente reale.

 

15-9-2011