Tessendo nel web

di Liliana Moro e Sara Sesti



Il nostro sito www.universitadelledonne.it è nato in modo un po' naif nel 2002 dietro la spinta della necessità e dell'entusiasmo. La necessità di incrementare le prime pagine ideate e volute da Luciana Percovich, già nel 1999 quando si chiamava www.linda.it e si appoggiava al server Orlando; l'entusiasmo di poter maneggiare direttamente uno strumento potente, seguendo l'impostazione tracciata con Costanza Panella.

Ora, dopo molti anni, è divenuto uno spazio consistente e si è ritagliato un ambito abbastanza consolidato nella vita della Libera Università delle Donne. Sicuramente però non la rappresenta perché è cresciuto, nel bene e nel male, con la fisionomia che gli abbiamo impresso soprattutto noi due che lo facciamo concretamente.

Essere "web designer" per noi non significa solo costruire pagine web e legarle una all'altra in un progetto comunicativo coerente: cerchiamo di trovare un rapporto tra parole ed immagini che non sia schizofrenico, dando spazio ad artiste più o meno note. Inoltre il valore aggiunto alla pubblicazione dei testi di chi collabora al sito, ci sembra stia nella capacità di tessere collegamenti, di cucire un tessuto originale, attraverso la scelta precisa di link ad altri articoli che delineino il tema in modo più 'nostro' e identificato.

Il fatto di lavorarci in due ci permette un confronto e un sostegno continuo e ci consente di procedere per aggiustamenti pensati; è importante che questa relazione sia paritetica: è un aspetto che abbiamo curato perché abbiamo capito che era condizione indispensabile per la nostra serenità e per la sua durata. Ci accomuna il gusto per la tecnologia informatica, che coltiviamo non in grado elevato e non fine a se stesso, piuttosto come un lavoro di 'artigianato consapevole'; invece che nel rincorrere le ultime novità e le raffinatezze tecniche, il piacere consiste nel fatto di usare il computer come strumento di relazione: con le donne che collaborano mandandoci loro scritti o immagini e con donne che usano la rete e suo tramite ci contattano.

C'è chi ci ha partecipato alle nostre iniziative e ora ci segue dal Canada o dall'India, dove si è trasferita; chi ci ha scoperto da Bruxelles e, arrivata a Milano, ha voluto conoscerci di persona. Qualcuna ci ha mandato sue riflessioni da Osaka, altre 'semplicemente' da Trento, da Pavia, da Catania. Per non parlare delle giornaliste che ci hanno chiamato per informazioni da Atene o da Londra.

Il sito, per come si presenta ora, è una vetrina delle iniziative e delle attività della Libera Università delle Donne. Riprende riflessioni, segnala libri, film, mostre e raccoglie materiali di convegni, incontri, seminari. In alcuni momenti emotivamente alti è stato strumento di riflessione collettiva, come sulle donne torturatrici di Abu Graib, sulla legge 40 per la fecondazione assistita, contro la violenza di genere e a sostegno del movimento "Se non ora quando" dando luogo a dei ricchi dossier. Rappresenta anche uno spazio di relazione allargata, oltre che di visibilità di ciò che ciascuna produce, e quindi è servito a tessere e rinforzare fili anche all'interno della nostra Associazione, di cui si è denunciato, anche in questa recente fase di 'rifondazione', un certo sfilacciamento.

Non abbiamo mai operato censure su quanto pubblicato, sia perché desideriamo dare voce a tutte le posizioni, sia perché non ci è mai arrivato materiale sgradevole. Ci auguriamo che molte di più, se possibile tutte le socie, vogliano collaborare con scritti, segnalazioni, pensieri su libri, film, fatti che colpiscono e aprono interrogativi.

Ora ci chiediamo come procedere perché ci sembra giunto il momento per un passaggio ulteriore che favorisca anche una migliore rappresentazione della nostra Associazione. Ci domandiamo anche come utilizzare in modo consapevole le potenzialità del mezzo senza esserne condizionate; ad esempio come riuscire a sfruttare la possibilità di comunicare informazioni e documenti in modo rapido, senza rinunciare alla ricchezza creativa delle riunioni in cui ci si incontra fisicamente.

Per questo motivo proponiamo di allargare e approfondire la riflessione sulle forme e sui contenuti del sito, almeno a quelle che collaborano. Pensiamo a un gruppo relativamente ristretto perché vorremmo riflettere soprattutto su dati concreti, su un fare, ma naturalmente siamo aperte ad ogni contributo critico. Vorremmo ritagliarci dei tempi (bimestrali?) per ripensare le impostazioni del sito anche in relazione alle attività della Libera Università, senza escludere la possibilità che si rifletta anche sul rapporto delle donne con le Nuove Tecnologie.

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Marzo 2005, aggiornato 2011