TEZA

di Sisa Arrighi

 

 

Teza in etiope significa rugiada "ciò che quando torno già non trovo più" (indovinello proposto all'inizio del film) qualcosa che c'è, esiste, ma al primo sole scompare.
 
Simile alle illusioni del protagonista e di tutti coloro che hanno creduto nella possibilità di riscatto dei paesi africani dal passato coloniale. Il regista Haile Genima dichiara: "volevo fare il punto sulla mia vita, la mia identità e insieme quella del mio Paese: così il piano personale e quello storico si sono amalgamati in modo naturale. Cresciuto marxista, credevo nella funzione educativa dell'intellettuale, ma tornato nel mio paese mi sono sentito un estraneo, uno sfollato. Il film è il tentativo di riconciliarmi con le tradizioni che avevo rifiutato, con la cultura orale del cantastorie che oggi ho riscoperto e di cui voglio essere l'erede"
 

Nell'Odissea del protagonista di TEZA, Anberger, vengono descritti e riassunti tutti i conflitti e le vicissitudini di chi ha dovuto in prima istanza abbandonare la propria terra per poter studiare. In Germania, nella comunità degli espatriati,  un mondo solo in apparenza privilegiato rispetto a chi è rimasto a casa, verifica su di sè la violenza razzista per mano di uno dei tanti gruppi di picchiatori bianchi. La sorte dell'amico di Anberger che decide di restare e di fare un figlio  con la sua compagna tedesca, non è più fortunata. Il figlio adolescente si ritroverà in un mare di problemi. 

La realtà del ritorno in patria non è meno dura. Ritrova la violenza della guerra,  il dispotismo del regime di Menghistu dopo la caduta di Hailé Selassié, le contrapposizioni feroci delle ideologie (in questo caso, ma no solo, importate da fuori), la povertà materiale dei suoi conterranei. Impossibile per lui mettere a frutto, come aveva sognato, l'esperienza e i saperi acquisiti all'estero.
 
Il film ci pone di fronte al dolore del protagonista che è anche il nostro di fronte al disastro di tanti paesi africani che nel decennio 1960/1970 avevano creduto che la decolonizzazione avrebbe aperto nuove possibilità. L'assasionio di Lumumba, leader congolese giustiziato nel 1962, mostrò che gli interessi coloniali non si sarebbero ritirati. Da allora le interferenze delle potenze occidentali, del blocco sovietico prima e della Cina oggi sono storia corrente.
 
 
Il film ha vinto a Venezia lo scorso anno il Premio speciale della Giuria (presieduta da Wenders) e per la miglior sceneggiatura.
Al Festival di Cartagine ha vinto il Tanit d'Oro e altri quattro Trofei, ad Amiens il Licorno d'Oro.


La splendida fotografia e dell'italiano Mario Masini, già collaboratore di Carmelo bene.
 

Haile Genima, etiope, è nato nel 1946. Figlio d'arte (il padre è un autore di teatro) ha studiato negli Stati Uniti all'UCLA, oggi insegna a Washington alla Howard University. Dalla metà degli anni ' 70 è autore di vari testi che lo hanno fatto conoscere a livello internazionale. Cantore dell'Africa, i suoi film da ricordare sono 'Bush Mama', 'Harvest: 3000 years' (recentemente restaurato da Scorsese), 'Sankofa' (noto e premiato) e 'Adwa:An African victory'  che racconta la battaglia di popolo  etiope contro l'esercito coloniale italiano.

22-04-09