Mariella Todaro, Convivenze
quindici racconti

presentazione dell'autrice

Cos'è una famiglia? Cosa sono le famiglie? Cos'è una convivenza?  Queste parole, e quello che sottendono, hanno un senso vago e contraddittorio: al family day volevano partecipare anche gruppi omosessuali, alcuni si sono offesi con la Bindi perché non li ha invitati alla conferenza sulla famiglia  e rivendicano il diritto a partecipare,  le convivenze fra eterosessuali vengano definite "capriccio" e per questo indegne di tutela. Ma di cosa stiamo parlando?

Forse un buon modo di costruire il senso di queste parole è di fare emergere le esperienze e affermarne tutto il valore.  Secondo me, convivere significa scegliere momento per momento se stare insieme o no, costruendo delle regole e osservandole responsabilmente. Essere famiglia significa invece scegliere una volta per tutte e continuare a stare insieme per dovere e secondo regole scelte da altri, dallo stato o dalla fede, con tutte le ipocrisie e le irresponsabilità conseguenti.

Personalmente convivo con un compagno, ho sempre ascoltato con piacere e attenzione le storie di vita vissuta e fra queste gli amori, le passioni, i dolori, le difficoltà, le vittorie, gli insegnamenti dell'esperienza della gente come me. E nello stesso tempo i legami collettivi, le influenze e le volontà, le capacità di scelta collettiva, le utopie, le illusioni, le speranze. Sono convinta che se non ne parliamo noi, qualcun'altro ci farà da interprete, malamente.

Adesso sua santità vuole scatenare una rivincita delle idee più conservatrici, degli atteggiamenti più ipocriti, vuole negare la libertà di scelta individuale nel campo dei rapporti personali.

Questo mi fa paura, mi dà un senso di soffocamento. Così ho messo giù le storie di vita di gente che ora e in passato ha convissuto, sotto gli occhi di tutti e con l'approvazione generale, magari non di tutti, ma di quanti era necessario per non soccombere. Mi sono divertita e ho cercato di non essere polemica. Magari sorridevo.

Ho ritrovato parole che mi erano state dette e ho cercato di scriverle veritiere, anche se è impossibile.

 

Credo che "pacs" o "dico"  o simili siano necessari. Lo stato deve prendere atto che la società è cambiata e che esistono vari tipi di convivenze che devono avere la possibilità di essere riconosciute dalla legge.

Il papa non vuole e sta usando tutto il suo potere per impedire allo stato questo compito importante e democratico, di regolare con norme quanto accade nella società, per una pacifica e fruttuosa convivenza generale.

La vicenda del "family day" è una sintesi magistrale di quanto c'è di pericoloso nella società mediatica.

Suonata la tromba i fedelissimi, addestrati e intruppati già da tempo, artefici di migliaia di interessanti attività in ambito locale, hanno risposto. Non così numerosi come si dice, probabilmente a Roma non c'erano più di cinquecentomila persone, ma anche così è un numero importante. Che poi i pulmann li abbiano pagati con l'otto per mille, cioè anche con i miei soldi, è faccenda lunga da spiegare, occorrerebbe parlare dei meccanismi di attribuzione del finanziamento, e oggigiorno solo pochi hanno la pazienza di seguire un ragionamento e arrivare alla conclusione. Ma il numero più grosso, quello che è passato in tv, e che non nomino per non fargli ulteriore pubblicità, è stato assunto a base inconfutabile per ulteriori menzogne. E le immagini di questa moltitudine ilare e festante, in allegra scampagnata, nascondono la pericolosità delle affermazioni delle associazioni più attive, che parlano di punizioni, di necessità che tutti ritornino alla osservanza puntuale delle regole imposte dalla Chiesa. Credo che tutti ci siamo domandati: ma dove è il vero popolo cattolico, che sì, certo crede, ma è anche smaliziato sulle pecche gravi della Chiesa e sa dire basta quando le gerarchie esagerano. Certo esiste, ma come me e come tutti noi, sono impotenti rispetto al sistema comunicativo costruito ad hoc.  E certo non sono dei lottatori, tirano a campare, si barcamenano, prendono esempio dai politici. E restano, come noi vittime, dell'"evento" mediatico costruito, la tv impera e chi l'ha in mano oscura tutto il resto.

Il mio librino, ammesso che sia leggibile, non è ovviamente che una goccia in questo mare, ma… non  sapevo che altro fare.

 

Mariella Todaro
Convivenze
Gammarò editori
2007, € 12

02/06/2007