Maria Antonietta
Trasforini
Nel segno delle artiste.
Donne, professioni d'arte e modernità
quarta di
copertina

Nel 1989 per le strade di New York apparvero grandi manifesti raffiguranti
l'odalisca nuda di Ingres con una maschera di gorilla inferocito sul capo.
La maschera era la firma delle "Guerrilla Girls", un gruppo di artiste
anonime, e i manifesti interpellavano i passanti in questi termini: "Le
donne devono essere nude per entrare al Metropolitan Museum? Meno del 5%
degli artisti nella sezione di arte moderna sono donne, ma l'85% dei nudi
sono femminili".
Le gesta delle "Guerrilla Girls", ribadite alla Biennale di Venezia del
2005, sono la punta mediatica di una lunga stagione di conflitti e denunce
sul silenzio e l'invisibilità delle donne nelle arti. Alla tradizionale
domanda sulla scarsità delle grandi artiste una storica dell'arte ha
risposto ricordando l'analoga carenza di grandi pianisti jazz lituani o di
grandi tennisti esquimesi.
Fuor di provocazione, si tratta di capire se e quanto le asimmetrie di
genere contribuiscono a definire ciò che è arte oppure non lo è, chi
merita di essere ricordato oppure dimenticato. Dispiegando un'ampia quanto
inesplorata documentazione, questo volume pionieristico si incarica anche
di sconfessare il mito della creatività minore e accessoria delle donne.
Maria Antonietta
Trasforini
insegna Sociologia dei processi culturali all'Università di Ferrara.
Tra le sue pubblicazioni "La professione di psicoanalista" (Bollati
Boringhieri, 1991), "Arte a parte. Donne artiste fra margini e centro" (a
cura di, Angeli, 2000), "Arte in città. Arte, pubblici e gallerie a
Bologna" (Istituto C. Cattaneo, 2002) e "Donne d'arte. Storie e
generazioni" (a cura di, Meltemi, 2006).
Maria Antonietta
Trasforini
Nel segno delle artiste
Donne, professioni d'arte e modernità
Il Mulino, aprile 2007,
pp. 232, € 15,00
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