Lucia Valcepina, Primordiale bellezza

Liliana Moro


Uno sguardo intenso ci coglie dalla cover di questo libro, l'ultima fatica di Lucia Valcepina, scrittrice, performer, interessata a diverse forme d'arte. La sua versatilità l'ha -credo- aiutata nella complessa ricerca che certo ha dovuto compiere per scrivere questo libro che è la biografia di Carla Badiali.


Carla Badiali (1907-1992) fu un'artista d'avanguardia, pittrice, decoratrice, designer, imprenditrice. Esponente del gruppo comasco del movimento astrattista e razionalista che segnò in modo significativo il volto della città negli anni tra le due guerre del Novecento.

Como con le sue industrie, in particolare quella della seta, che proprio negli anni '20 e '30 ebbe uno sviluppo intenso, affermandosi anche a livello internazionale; in quegli anni la città è sempre meno subalterna culturalmente alla metropoli milanese e vede un consistente gruppo di artisti operare in direzioni inesplorate affrontando percorsi innovativi con l'astrattismo.

In questo gruppo si muove, seppur in una postura discreta e un po' defilata, Carla Badiali. Essere donna e artista era (forse ancora è) una “doppia infrazione” a cui Badiali risponde non con i toni sovente provocatori di alcune artiste della sua epoca ma con la convinzione che

“il focus dell'arte è la vita nel suo darsi, motivo per cui bisogna evitare la retorica”


La ricerca artistica è ricostruita in questa biografia nelle sue motivazioni più intime, che spingono la giovane Carla ad un lavoro faticoso, ad un costante impegno per non tradire la propria arte: oltre le committenze dell'industria serica che le consentono di vivere, oltre i limiti imposti dal regime fascista che allarga sempre più il suo controllo.

Questa sua ricerca la porta lontano dal realismo, dalla ritrattistica, ambito considerato più consono alle pittrici, per trovare le forme primordiali, le linee e i volumi geometrici, i colori puri.

“Ormai la direzione le era chiara: si trattava di estrapolare delle forme e trattarle da un punto di vista cromatico ed espressivo, lavorando sulle variazioni, con vigore ed equilibrio, senza perdere di vista la poesia insita nella realtà”


Lucia Valcepina ha saputo seguire il non semplice percorso della sua eroina attraverso il ventennio fascista, la seconda guerra mondiale, la resistenza e il dopoguerra, proponendo un'attenta e ampia ricostruzione di fatti e persone, mai didascalica, sovente appassionata.

In qualche modo questa è una biografia corale perchè vi si trova non una semplice eco dei fatti storici ma il tessuto della storia è costruito attraverso le vite degli artisti con cui si intreccia quella di Badiali.

L'autrice non si è sottratta nemmeno alla narrazione della realtà concentrazionaria di Mauthausen, lager in cui venne rinchiuso il marito di Carla, Sandro Nahmias, mentre la stessa Badiali veniva catturata dalla nefasta banda Koch e imprigionata nel carcere di San Vittore, mentre era in cinta del suo primo figlio, a causa della sua partecipazione alla resistenza. Come Fernanda Wittgens, la direttrice di Brera, e come lei Badiali riusciva a produrre buoni documenti falsi per ebrei e altri perseguitati.

Ho trovato interessante anche la narrazione del primo dopoguerra, con la fatica della ripresa, per tutti e in modo estremo per “i salvati” con lo smarrimento e l'incapacità di vivere dopo esperienze fuori dalla vita come quella del lager. Accopagnato con grande discrezone da Carla, dopo qualche tempo Sandro

“... era pronto a ripartire da zero, in un Paese dominato dal provincialismo, in una nazione che aveva preferito involversi piuttosto che valutare le recenti sconfitte”


La ricerca umana e artistica continua

“solo un dolore profondissimo poteva generare una primordiale bellezza”


Lucia Valcepina, Primordiale bellezza,
Dominioni editore, 2024, pagg 323, €20



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