Negli ultimi 5 anni, tumori in aumento del 20%
Valeria Fieramonte


Alma Thomas, Eclipse

Negli ultimi 5 anni in Italia i casi di tumore sono aumentati di circa il 20%: erano 2 milioni e mezzo nel 2010, e circa tre nel 2015.

Nel 2015 sono stati diagnosticati 363.000 nuovi casi, di cui 194.400 (54%) negli uomini e 168.900 (46%) nelle donne. Si può dire che ogni giorno si ammalino circa 1000 persone.

Il tumore più frequente è quello al colon-retto (52mila casi), seguito dal tumore alla mammella (48mila casi). Terzo in ordine statistico il tumore al polmone ( 41mila nuovi casi).

Se si divide per sesso, negli uomini prevale il tumore alla prostata (20%) e poi al polmone (15%). Tra le donne il più frequente è il cancro alla mammella (29%) percentuale che indica una maggior incidenza femminile nei tumori specifici per sesso, correlati agli ormoni.

Se si va a vedere il tasso di mortalità, però, il tumore più pericoloso, almeno tra gli uomini, resta quello al polmone: è la prima causa di morte oncologica in quasi tutte le fasce d'età. Di positivo c'è che comunque, polmone e pancreas esclusi, è aumentata la sopravvivenza a 5 anni.

Dal momento che il numero di fumatori è rimasto stabile – nel senso che le donne hanno iniziato a fumare di più oltre 5 anni fa – l'aumento percentuale dei malati negli ultimi anni dà molto da pensare: che sia dovuto al peggioramento dell'aria che respiriamo e al moltiplicarsi di inquinanti ambientali? (dati AIOM, Associazione Italiana Oncologia Medica).

Se si osserva invece la distribuzione dei tumori per singole sedi, il numero maggiore dei casi riguarda i tumori alla mammella (48mila). Seguito da quello alla prostata, che tuttavia ha una prognosi di sopravvivenza -dopo i 5 anni dalla diagnosi- decisamente più favorevole.

Se si va a vedere i tassi di mortalità, tuttavia, il tumore più pericoloso resta quello al polmone: è la prima causa di morte oncologica precoce in tutte le fasce d'età. La percentuale di sopravvivenza a 5 anni non supera il 18%. A tuttora la prognosi è dunque decisamente sfavorevole. I fumatori rischiano, ovvero hanno una probabilità di ammalarsi, di 14 volte maggiore dei non fumatori.

Per quanto riguarda i tumori al colon-retto e allo stomaco è chiaro che c'è una correlazione, oltre che con stili di vita errati, con gli inquinanti agricoli presenti come residuo nei cibi.

Può anche essere interessante sapere che i due terzi dei farmaci usati negli ospedali sono di tipo oncologico.

Dato che la legge di stabilità ha bloccato i fondi per la sanità pubblica e i nuovi farmaci sperimentali sono molto costosi, l'AIOM e l'onlus Salute donna, guidata dalla combattiva Annamaria Mancuso, propongono di usare l'1% delle accise sulle sigarette per finanziare i farmaci innovativi. “Con le accise sulle sigarette si è finanziato di tutto - dicono– dagli esodati ai terremoti, ora si potrebbero usare per coprire i tagli alla sanità.”

Per discuterne è stato creato un gruppo parlamentare trasversale: ma per ora l'emendamento è stato estromesso.

Certo sarebbe molto meglio che i drogati da tabacco la smettessero da soli, ma dato che a quanto pare non è così, forse la proposta è abbastanza sensata.

Gli Inglesi per esempio su questo sono più coerenti: il governo di David Cameron ha proposto e realizzato il Cancer Drug Fund con un finanziamento di 50 milioni di sterline per una lista nazionale di 28 farmaci oncologici. Ma loro, si sa, periodicamente propongono anche di non pagare più le cure ai fumatori, anche se poi non lo fanno. In Italia i fumatori sono 10 milioni, circa il 30% della popolazione adulta; si fa per dire ovviamente, dato che gli inquinanti ambientali dell'aria sono molti, ma sarebbe proprio un bel risparmio non pagare più le cure ai fumatori accaniti. Per non parlare del risparmio dei Comuni (un milione di costi all'anno solo per pulire le cicche di sigarette) e dell'aria ulteriormente inquinata, non bastassero le auto e tutto il resto.

Possiamo infine considerare una buona notizia il fatto che in Italia – che pure è uno dei paesi europei che destina meno fondi alla sanità – ci sono tra i malati i migliori tassi di sopravvivenza a 5 anni di tutta l'Europa. Perciò, dicono gli oncologi, l'oncologia italiana è eccellente, anche se negli ultimi 5 anni il prezzo dei farmaci antitumorali è duplicato e i 45 nuovi farmaci introdotti sono costosissimi.

 

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