Italiane al Cern
Valeria Fieramonte



Fabiola Gianotti

Come è noto, il Cern è a Ginevra ed è stato fondato nel 1954 soprattutto per merito di un fisico italiano, Edoardo Amaldi, compagno di Enrico Fermi nell'esperienza dei cosiddetti 'ragazzi di Via Panisperna'.

E' un laboratorio di fisica in cui dunque ancora oggi la presenza italiana è rilevante, a partire da chi lo dirige, Fabiola Gianotti, (padre svizzero, madre siciliana), prima donna a dirigere un laboratorio internazionale così importante.

L'obiettivo del Cern, dai fisici chiamato 'mission', è nientedimeno che quello di rivelare i segreti del

BigBang, nonché di sviluppare tecnologie utili all'universo mondo.

Gli stati membri del Cern sono 22: ultimi aggiunti Israele e la Romania. I principali finanziatori sono i paesi europei con in testa la Germania. Sono estranei Russi , USA e Giappone. India, Pakistan, Turchia e Ucraina sono invece membri associati ( significa che danno un piccolo contributo anche economico in cambio della presenza di qualche ricercatore).

Lo staff è composto da 2500 persone, di cui 326 italiane, ma gli scienziati 'usanti', ovvero che vi gravitano attorno sono oltre 13mila, e altre 1800 persone hanno funzioni di personale aggiunto.

L'età media è di 27 anni, Il budget di un miliardo e 200 milioni, quasi tutto speso per il personale e le bollette elettriche ( salatissime, per fortuna la maggior parte del tempo l'LHC – un anello di 27 km di tubi, una macchina di estrema complessità- resta spento per manutenzione.) Nel frattempo vengono studiati i risultati degli esperimenti fatti quando i punti di collisione dell'LHC, che hanno nomi diversi a seconda degli esperimenti, sono accesi.

L'LHC si trova sottoterra tra gli 80 e i 160 metri: l'anello in realtà è piatto, ma è il terreno sovrastante che varia.

Si può dunque dire che il Cern è come una grossa fabbrica diffusa: ma al posto degli operai ci sono gli scienziati, una specie di grossa Fiat della ricerca scientifica, con capannoni simili a quelli industriali, ma una concentrazione di sapere e di intelligenze elevatissima.

Dice Fabiola Gianotti, sempre giovane nel suo eterno cappottino rosso, e che molto aristocraticamente quando ti stringe la mano dice sempre il suo nome, cosa che sarebbe abbastanza superflua data la sua fama : “ Il budget del Cern è dato da denaro pubblico, che per me è sacro, perciò ogni spesa è vagliata con la massima attenzione, cercando di fare sempre le migliori scelte”.

Non ha ancora letto l'epocale libro di Lisa Randall, e dunque non ha voluto esprimere giudizi nel merito, ma l'impressione è che alla divulgazione teorica preferisca di molto l'attività pratica: dopotutto deve far funzionare senza intoppi una delle macchine più complesse del mondo e anche le migliaia di persone che vi lavorano, ed è già fin troppo così.

Per non parlare del fatto che dirigere persone di mezzo mondo impone grandi doti diplomatiche, mentre non si può mai sapere cosa scriveranno quegli impiccioni dei giornalisti..

Ora poi sono anche preoccupati per i tagli alla NASA su alcuni progetti, specie relativi al Climate Change – ma non sono stati toccati i progetti spaziali, considerati i più prestigiosi.

Marzia Bernardini
Marzia Bernardini (a destra)

Marzia Bernardini, 40 anni e due figli piccoli è invece ingegnere. Ha studiato a Roma, Parigi e Montreal e lavorato per dieci anni nell'industria petrolifera prima di approdare al Cern, dove cura la manutenzione dell'LHC. (Gli ingegneri lavorano quando è spento, dice, i fisici quando è in funzione).

Come ha fatto a conciliare tutti questi spostamenti con la vita famigliare? E' stato suo marito a seguirla? “Sì. Il criterio che abbiamo adottato è che il primo che trovava un buon lavoro l'altro lo seguiva. E l'ho trovato prima io. Ora lui lavora a Losanna. Devo dire che al Cern non c'è alcuna discriminazione tra uomo e donna, a differenza che nell'industria privata e in quella petrolifera, dove il maschilismo è ancora molto forte. Qui nessuno si stupisce se qualche volta sta a casa il padre, a curare i bambini, lo trovano tutti normale. Mi trovo molto bene, è una diversa apertura mentale.”

In realtà le donne al Cern sono solo il 20% - precisa la Gianotti, - ma si sentono lo stesso delle privilegiate e da molti punti di vista lo sono.

Monica Pepe Altarelli
Monica Pepe Altarelli ( a destra)

Monica Pepe Altarelli è una fisica delle particelle e studia i quark b (beauty): hanno un comportamento 'strano' e il suo team, con altri 700 ricercatori sparsi per il mondo, cerca di capire meglio se la deviazione dal ' modello standard' prefigura qualcosa di nuovo.

Dopo la scoperta del bosone di Higgs nel 2012 – un grande successo anche se la particella in questione non aveva esattamente le proprietà che i fisici si aspettavano – la caccia alle particelle di 'materia oscura' è diventata ancora più accanita.

Ma cosa significa esattamente , per esempio, mettere in attività una macchina come ALICE? ( Uno dei punti di collisione tra protoni dell'LHC)?

Qui per studiare le particelle si portano protoni e neutroni a temperature estreme, appunto da Big Bang, l'equivalente di 2000 miliardi di gradi, più del centro del sole! E' un po' come ricreare in laboratorio una specie di microbigbang. La cosa dura pochissimo, visto che dopo 10 alla meno 23 secondi di nuovo si ricreano le particelle ordinarie, ma lo stesso osservare questi grandi e potenti macchinari fa alquanto impressione e lo si può fare solo perchè sono fermi, altrimenti sarebbe sconsigliabile stare troppo nelle vicinanze... Ma il fisico Federico Antinori, un genovese che lavora a questo esperimento dal '91, sembra ormai considerare i microbigbang qualcosa di normale...

 

22-03-2017

 

home