In mostra a Marostica

Valeria Fieramonte


Cosroe Dusi, Testa di donna

 

Senza dubbio, nel recupero del patrimonio storico artistico italiano, la mostra organizzata a Marostica (fino al 14 ottobre) su Cosroe Dusi è un evento importante. Si tratta di un pittore e scenografo della prima metà dell'800, (1808-1859), squisito ritrattista e paesaggista definito dai contemporanei, appunto, 'il Tintoretto dell'800', ma poco conosciuto perchè, essendo la città di Venezia dov'era nato in quel periodo priva di committenti, trascorse molta parte della sua vita all'estero, specie a S. Pietroburgo dove stette per 20 anni.

A Marostica si può dire che tornò solo nell'ultimo periodo, già malato della malattia professionale che lo porterà alla morte.
La moglie, figlia di un famoso scultore dell'epoca, aveva nella bella cittadina di impianto medioevale - anche nota per le partite a scacchi con personaggi viventi e per la coltivazione di ciliegie - un ricco podere dove l'artista si ricoverò: in realtà assieme vissero per pochissimo tempo.


La mostra è anche merito di Maurizio Mottin, l'esperto che per anni con passione ha raccolto documenti fondamentali sul pittore e sta ora curandone il Diario. Esposto alla mostra in una teca copre gli anni dal 30 ottobre del 1839 al 31 dicembre del 1843 ed è estremamente interessante perchè ci fa un quadro, si potrebbe dire per gioco di parole, degli usi e costumi delle famiglie benestanti della prima metà dell'800.

Sebbene l'allestimento risenta un pò delle restrizioni economiche comuni a tutta l'Italia, la selezione delle opere è molto ampia, con oltre 40 dipinti di soggetto storico e religioso anche di grandi dimensioni, e 150 disegni, acquerelli e documenti originali recuperati tra chiese, musei e collezioni private.

Importante è stata anche la collaboraziopne del museo Ermitage che ha prestato una dozzina di disegni inediti. Purtroppo molte opere del Dusi, appartenute a nobili russi, sono andate perse, per ironia della storia, durante e dopo la rivoluzione d'ottobre, in qualche modo riconfermando il suo destino di esule.

I marostegani - come si definiscono in dialetto gli abitanti di Marostica, (un termine certo preferibile al più freddo 'marosticensi'), possono andare certo orgogliosi di questa mostra: raramente si possono vedere ritratti di tale bellezza e precisione: le persone dipinte sembrano quasi voler uscire dai quadri tanto sembrano vive!

Chissà come il grande pittore avrà vissuto l'evoluzione delle tecnologie: nel 1839 è nata ufficialmente la fotografia e certo per i ritrattisti e i paesaggisti la vita deve essere diventata più difficile...
All'epoca non doveva essere semplice neanche viaggiare, Dusi partì per la Russia da Monaco l'8 marzo del 1840 e arrivò a S. Petersburg il 20 aprile 'orrendamente affaticato, con le ossa peste e sfigurato dal sole e dal vento in tutto il viaggio'. Il Diario sta ancora cercando un editore...

21 luglio 2012

 

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